Si è spento il 3 dicembre all’età di 99 anni il colonnello Edward Shames, l’ultimo sopravvissuto dello storico reggimento di fanteria paracadutisti della Seconda Guerra Mondiale, oggi conosciuto come “Band of Brothers”, da cui è stata tratta anche l’omonima serie televisiva.

Vita di Edward Shames e il racconto in Band of Brothers

Secondo il necrologio pubblicato venerdì, ripreso dalla Cnn “è morto serenamente nella sua casa” a Norfolk, nello stato del Virginia.

Nato nel 1922, l’uomo si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti nel 1942 quando fece domanda per il servizio nel 506° reggimento di fanteria paracadutisti.
Prese parte ad alcune delle più importanti battaglie della Seconda Guerra Mondiale, come lo sbarco in Normandia, durante l’Operazione Overlord del 1944, quando fece il suo primo salto di combattimento.

Successivamente venne trasferito alla Easy Company, prendendo il comando del suo terzo plotone. Con questa Shames ha combattuto nell’Operazione Market Garden, nei Paesi Bassi, e si è offerto volontario per l’Operazione Pegasus.
Ha poi continuato a combattere con la compagnia nella battaglia delle Ardenne, dove insieme a Paul Rogers mise fuori combattimento un carro armato tedesco con un bazooka.

Fu il primo membro dell’unità del suo reggimento, appunto la Easy Company, ad attraversare i cancelli del campo di sterminio nazista di Dachau, dopo la sua liberazione.
Era stato particolarmente colpito da questa esperienza e da quello che ebbe potuto osservare.

Entrò anche nella residenza alpina di Adolf Hitler, il noto “nido d’aquila”, dal quale dichiarò di aver “preso alcune bottiglie di brandy”.

Dopo la guerra, Edward Shames ha lavorato per la National Security Agency, come esperto di affari mediorientali dal 1945 al 1982, già ritiratosi da colonnello nel 1973.

Il suo ruolo è stato immortalato nel libro e nella successiva serie di guerra statunitense “Band of Brothers”, nome con il quale è ormai noto in tutto il mondo il suo reggimento, la Easy Company.
La miniserie è stata prodotta nel 2001 da Steven Spielberg, che aveva scelto Joseph May per interpretare Shames.

La serie ebbe un buon successo, che gli conferì 6 Emmy Awards su 19 nomination ottenute; un Golden Globe come miglior mini-serie o film per la televisione; e un premio dell’American Film Institute.
Questo fece in modo che la testimonianza di Shames e di tutti i compagni della “Band of Brothers”, non venisse dimenticata, ma anzi celebrata attraverso un racconto accurato e pieno di pathos che narra alcuni degli avvenimenti più importanti da loro vissuti nella Seconda Guerra Mondiale.

Seguici su Metropolitan Magazine: