Edgar Degas: il noto pittore delle ballerine

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Di Martina Puzone

Edgar-Hilaire-Germain de Gas (detto Degas) nasce il 19 luglio a Parigi nel 1834 da una famiglia ricca e nobile. Il padre, un banchiere di origine napoletana, è un uomo di raffinata cultura e sotto la sua guida Degas inizia a frequentare il Museo del Louvre. Ammira soprattutto i grandi artisti del Rinascimento italiano. La scelta di intraprendere la carriera artistica è stata subito assecondata dal padre.

Edgar Degas: gli inizi e la formazione pittorica

La sua formazione ha inizio nella Scuola di Belle Arti, luogo che non fa per lui e che abbandona dopo sei mesi. Intanto intraprende lunghi viaggi in Italia, visitandone i musei e riempiendo i suoi taccuini di schizzi e notazioni. Da questo si può già comprendere quanto la personalità artistica di Degas sia articolata e complessa. Infatti, nonostante l’impegno impressionista, rimase un sostenitore del disegno e della pittura in atelier.

Secondo l’artista anche l’impressione di un istante è così complessa e ricca di significati che l’immediatezza della pittura en plai air non può che coglierla in modo riduttivo e superficiale. A metà degli anni Sessanta, la sua pittura si caratterizza sempre più in senso realistico. Ciò non vuol dire rappresentare le cose e i personaggi come appaiono, ma piuttosto come li conosciamo per averli visti tante volte e in diversi contesti, al fine di <<stregare la realtà>>.

Quindi la natura di Degas non è mai quella immediatamente derivante dalla sensazione visiva, ma il frutto complesso di studi, riflessioni e accomodamenti successivi. Il periodo di massima notorietà dell’artista è il decennio tra il 1880 e 1893. Si è definito realista piuttosto che impressionista. Muore in solitudine il 27 settembre 1917.

Il disegno di Degas

La sua attività di disegnatore è proficua e molto vasta. Ha dedicato tempo e passione soprattutto ai disegni e agli schizzi preparatori. Un noto esempio è Nudo di donna seduta di fronte, probabilmente lo studio di un dipinto in cui la giovane modella è seduta con la gamba destra ripiegata a terra e la sinistra raccolta verticalmente. Il ginocchio diventa l’appoggio per il braccio sinistro che regge una testa dal volto pensoso. La precisione e la sicurezza del segno, così come la morbidezza sfumata del chiaroscuro rendono il bozzetto un’opera già perfettamente autonoma e conclusa.

Edgar Degas: La lezione di danza

La lezione di danza è il primo dei grandi dipinti appartenenti alla serie delle ballerine. Realizzato tra il 1873 e 1875, contiene già tutti i temi della maturità artistica di Degas. Viene rappresentata una giovane ballerina che sta provando dei passi di danza sotto l’occhio vigile del maestro, mentre le altre ragazze disposte in semicircolo, osservano attendendo a loro volta il loro turno di prova. Degas impone al dipinto un taglio di tipo fotografico, suggerendo una pittura di getto, atta a cogliere l’impressione di un momento.

Il grande equilibrio compositivo testimonia che il suo lavoro è frutto di un difficile e mediato lavoro di atelier, condotto su decine di schizzi preparatori. I gesti delle ballerine sono indagati con attenzione quasi ossessiva. Ricostruisce l’atmosfera della sala con attenzione e affetto, inserendo le sue fanciulle in una luce morbida che ne ingentilisce ulteriormente le movenze.

L’assenzio

Le ambientazioni di Degas fanno sempre riferimento ai caratteristici interni parigini; in questo senso, L’assenzio è il dipinto più celebre di Degas. L’opera viene realizzata tra il 1875 e il 1876, ambientata nel Café Nouvelle-Athènes di Place Pigalle (uno dei luoghi di ritrovo prediletti degli Impressionisti). La composizione è volutamente squilibrata verso destra, mentre l’immagine è costruita in modo estremamente rigoroso e quasi scientifico.

Il punto di vista è quello alto e decentrato di un ipotetico osservatore invisibile. I due personaggi recitano il ruolo di due poveracci: una prostituta di periferia e un clochard (il tipico barbone parigino) dall’aria burbera e trasandata. Dinanzi alla donna vi è il bicchiere verdastro dell’assenzio, mentre davanti al barbone sta il calice di vino. Entrambi i personaggi hanno lo sguardo perso nel vuoto. L’atmosfera del locale è pesante come lo stato d’animo dei suoi avventori, imprimendo una descrizione impietosamente realistica.

La famiglia Bellelli

Un dipinto realizzato tra il 1858 e 1860, in mostra al Musée d’Orsay a Parigi, raffigura i parenti dell’artista ritratti durante il soggiorno a Firenze del giovane Degas. La famiglia è in posa all’interno di una stanza: a destra vi è la signora Bellelli in piedi con la mano sinistra appoggiata al tavolino, il suo volto è girato di tre quarti e lo sguardo va oltre il bordo destro del dipinto. Il suo volto è severo, appare malinconico. Accanto a lei si trovano le due giovani figlie: una di loro è seduta su una sedia al centro del dipinto, l’altra è in piedi accanto alla madre.

Il barone Bellelli è seduto su di una poltrona sulla destra del dipinto e da le spalle all’osservatore. Osserviamo il suo volto di profilo: ha una barba folta e capelli radi sulla fronte, indossa una giacca pesante. Al bordo destro in basso compare la figura tagliata di un cagnolino. La stanza è sobria, elegante: si di una parete si trova una cornice grande dorata, sulla destra sopra al camino vi è uno specchio che riflette la parete opposta della stanza. Le pareti sono ricoperte da una carta azzurra fiorata, il pavimento è in tessuto giallo.

Degas riesce a comunicare la profondità psicologica dei personaggi ritratti.

Una scultura di Edgar Degas: La piccola danzatrice

Verso gli anni Ottanta del Novecento, Degas si avvicina alla scultura considerandola come una esperienza da aggiungere alle altre. I soggetti delle sue cere sono soprattutto cavalli da corsa, ballerine e figure femminili intente alla toilette. Con queste, Degas riesce a restituirci il senso del movimento, animando le varie figure fino quasi a sfidare le leggi fisiche dell’equilibrio.

La piccola danzatrice di quattordici anni è un bronzetto di neanche un metro di altezza. Qui l’artista ha preferito raffigurare una figura stante, nella caratteristica postura di attesa delle ballerine, con la gamba destra avanzata di mezzo passo, il piede destro ruotato a squadra e le mani intrecciate con le braccia distese dietro la schiena. La sensazione di realismo è data dall’utilizzo di materiali veri quali il tulle e il raso.

Quattro ballerine in blu

Quattro ballerine in blu è noto anche come Quattro ballerine dietro le quinte, è uno dei pastelli che Degas realizza durante l’ultimo periodo di carriera, quando la pittura sembra non interessargli più. Ogni pastello costituisce un fotogramma dell’ideale film della vita, una similitudine non casuale in quanto proprio in quegli anni Muybridge stava facendo i primi esperimenti di fotografie in sequenza. Degas stesso scatta numerose fotografie di ballerine che utilizza per ricavarne disegni a pastello.

Il taglio prospettico della scena è anticonvenzionale ma, quando l’occhio si abitua alla scena, ci accorgiamo di essere davanti a un capolavoro di grazie ed equilibrio. I profili delle ballerine sono dolci e sicuri e sono composti con un rigore tutt’altro che casuale. La plasticità dei corpi femminili è resa da un sapiente incrocio di tratteggi, la cui sovrapposizione suggerisce con grande realismo il senso del volume. Un volume nuovo e vivo, che si lascia presupporre l’illusione del movimento.

Baudelaire scrisse di lui << Amava il corpo umano come un’armonia materiale, come una bella architettura con in più il movimento>>.

Martina Puzone

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