Presentato in anteprima nel Regno Unito al London Film Festival e all’AFI Fest in occasione del 60 ° anniversario dell’indipendenza nigeriana: “EyimofeThis is my Desire“, dramma nigeriano d’esordio di Arie Esiri e Chuko Esiri, gemelli 35enni nati e cresciuti a Lagos, giunti al Torino Film Festival con il loro racconto verista di una realtà esaminata e studiata fino in fondo, tra le baracche di fango dove abitano i cittadini e gli hotel stellati frequentati da turisti e stranieri. Con questo esordio nel lungometraggio (passato per l’ultima Berlinale) i due, già notati a livello internazionale per i corti  “Goose” e “Besida“, si candidano a rappresentare in concorso nella sezione Torino 38, un nuovo e interessantissimo cinema d’autore nella loro terra d’origine, che è anche l’argomento principale del film.

"Eyimofe - This is my Desire" - Ngeria, Lagos - Photo:web
Eyimofe – This is my Desire” – Nigeria, Lagos – Photo:web

Nigeria, migrazione, etica e politica

Eyimofe” è un film caratterizzato da una forte tensione etica e politica, come afferma Ari: “È abbastanza difficile vivere in Nigeria e a Lagos senza parlare quotidianamente di politica. Non vogliamo fare film per sostenere un determinato punto di vista o per persuadere qualcuno a pensare in un certo modo. Vogliamo raccontare una situazione specifica con il massimo di verità possibile, come si vive nel quotidiano qui a Lagos. Questo ha ripercussioni sul nostro modo di fare cinema quasi documentaristico, proprio perché cerchiamo di trasmettere la verità della situazione”.

Diviso in capitoli e ambientato a Lagos, in Nigeria, “Eyimofe This is my Desire” segue le storie di Mofe (Jude Akuwudike), tecnico di fabbrica, e Rosa (Temi Ami-Williams, al suo esordio cinematografico), parrucchiera; protagonisti di un affresco alla ricerca di quella che credono sarà una vita migliore sulle coste straniere. Un passaporto, foto e un visto formano elementi fondamentali e spiragli di speranza. Il desiderio di un’altra vita non è che appesa a un filo, una promessa che fluttua in cui ciascuno dei due vorrebbe trasferirsi: in Spagna, Mose e in Italia, Rosa. Ma è difficile per due abitanti poco abbienti di Lagos lasciare quella città che in qualche modo li tiene avvinghiati a sé, fra tragedie familiari e ricatti economici.

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Eyimofe“: estetica neorealista

La Nigeria contemporanea, città “singolare e unica“, come l’ha definita Ari, è sintetizzata in Lagos, vero e proprio terzo protagonista del film. Raccontata con un’estetica neorealista, dove i personaggi, si trovano sempre calati e ingabbiati in un contesto sociale da cui vorrebbero emanciparsi. Ma i due fratelli, laureatisi l’uno alla Columbia University e l’altro alla New York University, non intendono scimmiottare nessuna corrente occidentale, bensì esprimere lo specifico della propria cultura di provenienza: “Vivere in Occidente“, ha detto al riguardo Chuko, “ci ha aiutato a capire ed apprezzare meglio il nostro luogo di origine. Abbiamo quindi potuto osservare la nostra cultura con nuovi occhi“. Un’opera notevole e un altro bell’esempio di fratelli registi che si completano perfettamente a vicenda.

"Eyimofe" diretto da Chuko e Arie - Photo: web
Eyimofe” diretto da Chuko e Arie – Photo: web

Per approfondimenti sul TFF38:

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Giuliana Aglio