
Giambattista Tiepolo nasce a Venezia il 5 Marzo 1696, fu pittore e incisore italiano della Repubblica di Venezia. Rimane uno dei più grandi esponenti dello stile Rococò nel settecento veneziano. Nelle sue opere crea una realtà al limite dell’immaginario e dell’irreale, per descrivere l’epoca decadente del XVIII secolo veneziano. Utilizza la prospettiva per creare una visione quasi artefatta e i personaggi nei suoi quadri vengono dipinti al limite del realistico. Viene fortemente influenzato dal tenebrismo con Giovanni Battista Piazzetta e Federico Bencovich. Nonostante questa prima influenza, la sua pittura appare sempre dai toni molto chiari e ariosi, contemporaneamente alla nascita della pittura tardo barocca che prediligeva un’arte luminosa.
Giambattista Tiepolo le prime opere, i Soprarchi di Venezia e la Madonna del Carmelo

Tiepolo nasce da padre armatore in una famiglia benestante e comincia il suo apprendistato nel 1710 nella bottega di Gregorio Lazzarini, famoso pittore veneziano. Nel 1715 vede la luce la sua prima e famosissima opera i Soprarchi della Chiesa dell’Ospedaletto a Venezia, raffigurante i cinque apostoli e il sacrificio di Isacco. Le cinque tele, realizzate dall’artista che all’epoca era giovanissimo, sono raffigurate con temi cupi e sfocati e le luci hanno un contrasto dal tono drammatico. Dal 1719 in poi si occupa degli affreschi della villa di Giovanni Battista Baglioni, avvalendosi dell’aiuto di Girolamo Mengozzi che lo affiancherà per quasi tutta la sua carriera. Nel 1721 la chiesa di Saint’ Aponal gli commissiona la Madonna del Carmelo, terminata sei anni dopo, che oggi ritroviamo alla Pinacoteca di Brera di Milano. Il dipinto è fortemente influenzato dalla ricorrenza del 1722 del quarto centenario della Bolla Sabatina di Giovanni XXII.
Il quadro esprime la materna e infinita protezione della Vergine
Si prometteva infatti la liberazione delle anime del purgatorio. Tiepolo nel quadro racconta di quando la Madonna appare a San Simone nel 1251 e gli consegno l’abitino carmelitano. La Vergine, sostenuta dagli angeli, si mostra con il suo Bambino a Simone, il quale si inginocchia al suo cospetto tendendo le braccia tese verso di lei per ricevere il dono. Punto focale del quadro, che spicca ed emana chiarore, è la veste bianca di Maria in contrasto con i colori invece molto accesi degli angeli attorno a lei. Sullo sfondo si intravede l’azzurro del cielo con un tiepido raggio di sole. Sotto di lei si scorgono i sepolcri scoperchiati, da cui fuoriescono le anime sofferenti del purgatorio. Il quadro va a sottolineare la materna e infinita protezione della vergine, racchiusa nel gesto di San Simone a cui promette salvezza eterna.
Il grande capolavoro del Martirio di San Bartolomeo

L’anno seguente l’artista realizza uno dei suoi migliori capolavori, il Martirio di San Bartolomeo. Nel quadro viene descritto San Bartolomeo che sta per essere scuoiato. Il corpo del Santo è riprodotto in diagonale rispetto a quello dei carnefici, Tiepolo mette così in risalto il particolare momento dell’uccisione. L’apostolo viene ritratto con le braccia allungate verso il cielo, come se stesse cercando Dio. L’opera esprime l’atto cruento con al centro la raffigurazione di un grosso coltello nelle mani del carnefice, accentuato da toni dinamici. Il dipinto è per lo più caratterizzato da una colorazione molto scura e fa parte di una serie di dodici tele che raccontano la storia della vita degli apostoli. Le opere furono destinate alla chiesa di San Stae a Venezia. Il martirio di San Bartolomeo fu commissionato dal patrizio Andrea Stazio e risente dell’influenza che Piazzetta ha sull’artista.
Tiepolo dipinge Sant’Agata e la sua guarigione tramite San Pietro
Successivamente esegue la decorazione della cappella di Santa Teresa nella chiesa degli Scalzi a Venezia e il patriarca di Aquileia gli commissiona gli affreschi del Palazzo Patriarcale di Udine. Nel 1736 dipinge il Martirio di Sant’Agata che raffigura la giovane martire inginocchiata. La figura sembra colpita da una luce divina che entra in contrasto con il resto del quadro. E’ dipinta con il torso mutilato dal carnefice che si trova alla sua sinistra, ancora armato di spada. La Santa ci appare con lo sguardo rivolto verso il cielo e con le mani aperte verso l’alto. Al di sopra di essa appare San Pietro con a fianco un angelo, che dovrebbe portare guarigione alle ferite della martire. Lavora all’affresco di Palazzo Labia raffigurando Marcantonio e Cleopatra nel 1747.
L’artista con la sua pittura ci racconta i famosi poemi epici
Di grande notorietà furono gli affreschi di Villa Valmarana illustranti i grandi poemi epici. Nelle 5 stanze l’artista dipinse alcune storie tratte da opere letterarie: l’Ifigenia, l’Iliade, l’Eneide, l’Orlando furioso e la Gerusalemme liberata. La sala di Ifigenia ritrae il sacerdote Calcante che sta per uccidere la giovane Ifigenia. Gli astanti sono illustrati con sguardo alzato perché per miracolo viene imolata al posto della fanciulla una cerva. Sul lato sinistro Diana invia la cerva salvatrice, mentre sul lato opposto troviamo Eolo, che soffia il vento perché la flotta possa salpare. Sulla parete è raffigurata anche la spedizione e la partenza per Troia.
Achille, l’Orlando furioso e la Gerusalemme liberata
Nella sala dell’Iliade troviamo Briseide, schiava di Achille, condotta da Agamennone. In questa sala decorata traspare l’ira di Achille che si scaglia contro Agamennone, ma viene trattenuto da Minerva, tirato per i capelli. Nella sala dell’Orlando Furioso, Angelica è legata ad uno scoglio dai pirati e sta per essere divorata da un’orca marina. Nella seconda parete Angelica incontra Medoro, di cui si innamora. I due sono raffigurati mentre trovano rifugio nella dimora di due contadini. Nell’ultima parete a loro dedicata Angelica dona ai due contadini l’anello regalatole da Orlando.
Nella parte che riguarda l’Eneide, Venere appare al figlio Enea e Cupido è raffigurato insieme al padre. Mercurio ha la funzione di messaggero e ordina ad Enea di lasciare Cartagine. Dipinto in chiaroscuro troviamo Vulcano, Dio del fuoco, che forgia le armi per Enea. Nella sala della Gerusalemme liberata la maga Armida addormenta il cavaliere Rinaldo, allontanandolo così dalla guerra. Compie su di lui un incantesimo, facendolo innamorare di lei e facendogli abbandonare i suoi doveri di soldato.
L’affresco di Villa Pisani con le otto figure allegoriche
Capolavoro di notevole importanza fu nel 1761 l’Apoteosi della famiglia Pisani, che ritroviamo al museo nazionale di Villa Pisani a Stra, Venezia. L’affresco è realizzato sul soffitto del salone principale. Su uno sfondo di cielo azzurro compaiono figure allegoriche e sulla parte inferiore sono raffigurati i membri della famiglia Pisani, Maria Pisani con il figlio e a destra il padre Andrea. Si pensa che nella parte opposta dell’affresco siano rappresentate le personificazioni di Asia e America, con cui la famiglia intrattenne ottimi commerci. Sono realizzati anche un gruppo di musici e otto figure allegoriche a grisaglia, su uno sfondo dorato. Possiamo notare una tecnica chiaro scura espressa con forte luminosità. Il pittore si trasferisce in Spagna dove esegue molti lavori tra cui le Sette Pale e decorazioni e affreschi per il Palazzo Reale di Madrid.
Tiepolo muore proprio a Madrid il 27 gennaio 1770 e viene sepolto nella chiesa di San Martin.
Sabrina Baiocco
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