Giornata Mondiale della Lotta Contadina, il punto di vista dell’arte

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Di Ilaria Festa

Il 17 aprile è la Giornata mondiale della lotta contadina. Giornata di commemorazione, nata in seguito alle proteste che si erano scatenate in Brasile nel 1996 dai contadini brasiliani del Movimento dei lavoratori senza terra. Oggi vogliamo omaggiare il ricordo di questi lavoratori con due dipinti che celebrano il lavoro dei contadini attraverso l’arte e lo facciamo parlando di due opere di due importanti artisti italiani. 

Celebrare e ricordare il lavoro della terra

Jules Breton, il richiamo delle spigolatrici_photocredit:googleartsandculture
Jules Breton, il richiamo delle spigolatrici_photocredit:googleartsandculture

La Giornata Mondiale della lotta contadina si celebra ogni anno il 17 Aprile. Data stabilita in seguito agli avvenimenti delle proteste in Brasile che causarono la morte di 21 lavoratori della terra. Chiedevano l’appropriazione federale di un ranch di proprietà privata che avevano occupato, e su cui avevano costruito un campo che ospitava tremila famiglie. Erano terre improduttive, ma significavano molto per i sem terra, per i loro bambini e per il loro futuro. Avevano deciso, per quel giorno, di manifestare bloccando un pezzo dell’autostrada. E proprio il 17 aprile del ’96, il segretario di Stato della sicurezza pubblica, Paulo Sette Câmara, impartì alla polizia militare l’ordine di sgomberare l’autostrada a qualsiasi costo. Si cominciò così a sparare sui manifestanti, inermi, disperati, che si diedero subito alla fuga. Furono 19 i morti diretti, 2 morirono in seguito alle ferite riportate.

Da quel giorno tremendo in America Latina, ma poi in tutto il mondo, si è deciso di commemorare queste vittime e di indire una Giornata mondiale a loro dedicata per mantenere vivo il loro ricordo e per celebrare il loro importantissimo lavoro. E noi oggi, attraverso il punto di vista di due artisti italiani, vogliamo fare proprio questo. La figura del contadino in particolare e del mondo rurale in generale, ha da sempre interessato l’arte pittorica e non solo. Il contadino, colui che lavora la terra e grazie al quale molte delle economie di svariati paesi rimangono in piedi, è da sempre raffigurato e in qualche modo celebrato. Indipendentemente dall’epoca storica, il lavoro della terra ha sempre avuto uno spazio nella maggior parte delle rappresentazioni artistiche di svariati pittori.

Giornata Mondiale della Lotta Contadina: i contadini nell’arte pittorica

Fin dal Medioevo non mancano le raffigurazioni di contadini, intenti nel lavoro dei campi. Ma anche e soprattutto in epoche successive la figura del contadino, e delle contadine, è sempre stata rappresentata e valorizzata. Non solo il celebre quadro “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo che rappresenta i lavoratori proprio mentre marciano per rivendicare i loro diritti. Molto diffuse sono le rappresentazioni dei contadini nel loro ambiente di lavoro, mentre arano, mietono, o si riposano tra una fatica e l’altra. Millet che venne addirittura soprannominato “pittore-contadino” perché dipinse numerose opere di soggetto rurale in cui sono protagonisti contadini che lavorano. Jules Breton, con il suo capolavoro “Il richiamo delle spigolatrici”. Ma anche Gauguin e Van Gogh che decide di sviluppare, attraverso i suoi ritratti, un vero e proprio studio sul mestiere del contadino.

Nella Giornata Mondiale della Lotta Contadina vi proponiamo un confronto tra due artisti, uno di arte moderna e l’altro di arte contemporanea, che con i loro due capolavori hanno in qualche modo celebrato il mondo contadino. Pur raffigurandolo in maniera differente, il progetto artistico risulta identico e comune: rappresentare e celebrare il lavoro del contadino. E quale modo migliore per celebrare questa figura se non con raffigurazioni che lo vedono intento nel proprio lavoro? Parliamo di Renato Guttuso con il suo splendido “Contadini al lavoro” del 1951 e di Giovanni Fattori e il suo “Il riposo (carro rosso)” del 1887.

Guttuso e Fattori: artisti della terra

Renato Guttuso, Contadini al lavoro, 1951, Genova, Galleria d’Arte Moderna_photocredit:wikipedia
Renato Guttuso, Contadini al lavoro, 1951, Genova, Galleria d’Arte Moderna_photocredit:wikipedia

“Contadini al lavoro” di Renato Guttuso è un dipinto di ispirazione neorealista realizzato nel 1951. Raffigura quattro contadini al lavoro su di un terreno in aperta campagna. Tre di loro si abbassano per lavorare mentre uno in posizione centrale tiene la zappa appoggiata a terra. Guttuso, uno dei più importanti pittori italiani del XX secolo, fu un artista molto impegnato socialmente. Questo si evince anche in questo capolavoro degli anni ‘50. Nelle sue opere il legame con la terra occupa un posto fondamentale. Dipinto questo, che fa parte a pieno della seconda fase della sua produzione artistica che in questo periodo cambia molto. Il realismo e il drammatismo si accentuano, e nell’immediato dopoguerra diventa vivo l’interesse per uomini e donne del popolo. E proprio in questi anni nei dipinti di Guttuso compaiono frequentemente scene di vita rurale, espresse in stile prettamente espressionista e tutti accomunati da un’atmosfera desolante ed opprimente.

Giovanni Fattori, Il riposo (carro rosso), 1887, Milano, Pinacoteca di Brera_photocredit:wikipedia
Giovanni Fattori, Il riposo (carro rosso), 1887, Milano, Pinacoteca di Brera_photocredit:wikipedia

Molto diverso ma in qualche modo affine è “Il riposo (carro rosso)” di Giovanni Fattori. A dividerli sono, innanzitutto, 64 anni di distanza. Fattori realizza questo straordinario dipinto nel 1887 e decide, per celebrare la vita rurale, di raffigurare il contadino in un momento di quiete e riposo. Tema non insolito per la storia dell’arte. Due buoi riposano all’ombra del grande carro liberi dal giogo. L’uomo è seduto e attende di riprendere le forze. Indossa abiti poveri ma dignitosi, un fazzoletto annodato al collo e un cappello a falde larghe che lo ripara dai forti raggi del sole. Meraviglioso esempio di raffigurazione della dignità contadina, Fattori sviluppa il soggetto in modo realistico ma con il suo inconfondibile stile. È considerato, infatti, tra i maggiori pittori italiani dell’800 e tra i principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Raffigura ancora una volta un contadino. Soggetto privilegiato dall’artista, in quanto lavoratori delle campagne e naturali abitatori dei luoghi da lui amati, trattano gli aspetti più “terreni” e quotidiani della realtà, quelli meno appariscenti. 

Ilaria Festa

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