L’adorazione dei Magi nelle opere d’arte

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Di Redazione Metropolitan

Dodici giorni dopo il Natale, ogni anno si festeggia l’Epifania. Il 6 Gennaio ricorre questa festa cristiana, tramandata nei secoli dei secoli, per ricordare il giorno nel quale Gesù Bambino si manifesta ai re Magi. Su questi tre personaggi che tutti conosciamo, sono state intessute storie di ogni tipo. Da un luogo all’altro e col passare dei secoli, la loro vicenda, guidata dalla stella cometa, ha subito molte variazioni. A raccontarcele oggi, alcuni capolavori dell’arte che celebrano l’Adorazione dei Magi.

L'Adorazione dei Magi. Giotto,1303-1305, affresco, Cappella degli Scrovegni, Padova. Photo credits: il Quadro Divino.com
L’Adorazione dei Magi. Giotto,1303-1305, affresco, Cappella degli Scrovegni, Padova. Photo credits: il Quadro Divino.com

Le origini dell’Epifania

Il 6 Gennaio si celebra l’Epifania, che rattrista un po’ tutti, diciamocelo pure. Si tirano le somme degli “sgarri” delle vacanze e si fanno i conti con un anno nuovo già cominciato. Ma questa ricorrenza nella religione cristiana era tutt’altro che triste. Il 6 Gennaio segna infatti l’arrivo dei Re Magi presso la capanna di Gesù. Dopo un lungo viaggio, guidato dalla stella cometa, i tre finalmente vedono il nuovo nato.

I loro nomi oggi sono tradizionalmente quelli di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma le innumerevoli versioni della storia, spesso cambiano anche questi. L’Adorazione dei Magi è un tema che trova grandissima fortuna nel mondo dell’arte, specialmente nel 1400. Questa scena così ricca di personaggi consente infatti agli artisti di cimentarsi con rappresentazioni diverse, ma simultanee. Vediamo alcune delle Adorazioni dei Magi più celebri.

Adorazione dei magi. Mantegna,1497-1500, tempera su tavola, Getty Museum, Los Angeles.
Adorazione dei magi. Mantegna,1497-1500, tempera su tavola, Getty Museum, Los Angeles.

L’Adorazione dei Magi tra 1400 e 1500

E’ probabile che la scena dell’Adorazione dei Magi sia già presente nelle catacombe cristiane, negli spazi dedicati alla decorazione parietale. Ma è certo che una delle più celebri scene sia l’Adorazione di Giotto, nella Cappella degli Scrovegni. In questa scena, realizzata tra 1304 e 1306 l’artista già racconta la sua incredibile innovazione pittorica.

Poco più che un disegno è invece l’Adorazione di Leonardo da Vinci, realizzata nel 14811482. Con il suo tipico stile sfumato, crea una bozza affollata di personaggi, in un paesaggio suggestivo e indefinito. Solo qualche decennio più tardi Raffaello nella Pala Oddi del 1503, oggi nella Pinacoteca Vaticana, inserisce anche lui un dettaglio di questa vicenda. Nel 1505 anche Mantegna si cimenta nell’Adorazione, in un’opera splendida oggi emigrata a Los Angeles.

Adorazione dei pastori. Caravaggio, 1609, olio su tela, Museo Regionale di Messina. Photo credits: altreconomia.it
Adorazione dei pastori. Caravaggio, 1609, olio su tela, Museo Regionale di Messina. Photo credits: altreconomia.it

L’Adorazione nei secoli seguenti

Nel 1600, Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio inaugura la cosiddetta “Natività povera”. Quando nel 1609 a Messina dipinge l’Adorazione de pastori, crea un’opera semplice e scarna, priva di tutta la folla tipica della scena tradizionale. Negli stessi anni circa anche due grandi pittori stranieri si cimentano nell’Adorazione. Pieter Brueghel il Giovane nella sua Adorazione oggi al Museo Correr di Venezia e Rubens nel 1618, con un’opera conservata a Lione.

Una delle ultime Adorazioni celebri è quella di Gaetano Previati, che tra il 1890 e 1894 rappresenta la scena in uno stile più nuovo e inedito. L’opera è oggi conservata a Tortona nella Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio. Insomma praticamente in ogni secolo questa scena ha avuto una grande fortuna pittorica in molti paesi. Al di là dell’aspetto religioso, proviamo a riabbracciarne lo spirito di gioia, come augurio per l’anno che verrà.

Claudia Sferrazza

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