Nonostante una circolare, diffusa dal Ministero della Salute nei giorni scorsi che informava riguardo a un cambiamento nella gestione dei contagi nelle scuole, le regole restano quelle iniziali. Non è prevista dad se nelle classi della scuola è presente un solo caso di covid. Intanto l’Aifa sta decidendo per le vaccinazioni under 12.

Cosa era stato deciso per contenere i casi di covid nelle scuole

Diversamente da quanto annunciato nei giorni scorsi in cui, a causa dell’aumento dei contagi, si stabiliva la didattica a distanza per tutte le classi con un solo caso di positivo, il Ministero della Salute ha comunicato martedì che le lezioni in dad scatteranno per le classi in cui sono presenti almeno tre positivi.

Ma cerchiamo di fare maggiore chiarezza.

All’inizio dell’anno scolastico il governo aveva deciso di favorire l’insegnamento in presenza, per questo perché tutta la classe andasse in dad non bastava un solo contagiato.
Le regole, infatti stabilivano che a seguito di un caso positivo, si sarebbe fatti dei tamponi ai compagni della persona infettata e solo se si fossero verificati ulteriori casi di positività, si sarebbe valutato se mandare l’intera classe in dad.
L’obiettivo era però quello di ridurre drasticamente la didattica a distanza, grazie a determinate verifiche.
Anche se, nei casi pratici si è evidenziata una certa difficoltà nel stare al passo con tutti i controlli che dovevano essere effettuati.

Quando però, nell’ultimo periodo, hanno cominciato a crescere i contagi, si è diffusa una nuova circolare che di fatto smentiva quella precedente, comunicata appena un mese prima (il 3 novembre).

La nuova circolare prevedeva che di fronte a un solo caso positivo nelle classi, i dirigenti scolastici avrebbero deciso se far svolgere le lezioni attraverso la dad, introducendo la possibilità di mettere tutta la classe in quarantena.
Questa circolare era stata firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e prevedeva quindi delle norme più stringenti rispetto alle precedenti, sospendendo il “programma di testing”.
Di fatto poi, questa decisione è durata appena 24 ore ed è stata ritirata.

Secondo i giornali, sarebbe stata ritirata a seguito dell’intervento del Presidente del Consiglio Draghi, dopo aver interpellato il Comitato tecnico Scientifico (CTS) e il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo.
Si vuole infatti mantenere e garantire quello che era l’obiettivo primario di agevolare la didattica in presenza, garantendo supporto per il rintracciamento.

Le regole rimangono immutate

La classe andrà in quarantena solo se ci saranno tre positivi.
Il governo ha infatti comunicato che: “Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, in concomitanza la struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo “intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento”, poiché “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo”.

In questo modo sono state di fatto smentite le decisioni prese precedentemente, con le quali il ministro Bianchi voleva attuare “una misura assolutamente prudenziale”, presa perché “vogliamo tenere in assoluta sicurezza la scuola”.
Precisando che la priorità del ministero “resta la didattica in presenza”.

Di nuovo, negando la spiegazione del sottosegretario della salute Andrea Costa, il quale sosteneva: “Abbiamo ritenuto prudente, con una scelta condivisa con le Regioni di ritornare alla previsione iniziale, con la Dad in caso di un positivo in classe. È una misura che tiene conto del quadro attuale”.

Si è precisato invece che: “potrà essere mantenuto il programma di testing” per la verifica della positività “dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell’infezione e si intendono conseguentemente superate le disposizioni di cui alla precedente circolare”.

La didattica a distanza continua a essere prevista; con un solo positivo nelle classi della scuola dell’infanzia (bambini fino a 6 anni), in cui è difficile garantire il distanziamento e le mascherine non sono obbligatorie.
Con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni per cui non è ancora prevista vaccinazione. Dai 12 anni in su la dad è prevista se i casi positivi sono almeno tre.

L’Aifa intatto, si incontrerà oggi proprio per discutere delle vaccinazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni.
Riguardo a questo ieri il Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù ha dichiarato: “Solitamente  noi abbiamo sempre approvato quello che approvava l’Ema anche a distanza di poche ore. Direi che l’urgenza stringente in questo caso non c’è, perchè devono arrivare le preparazioni vaccinali.”

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