Cultura

Sento odor di primavera: tre opere d’arte dedicate a questa stagione

Le temperature si fanno più tiepide, il sole rimane alto nel cielo fino alla fine della giornata, gli alberi si riempiono di fiori multicolori e api pronte a succhiarne via il polline: è la primavera, la stagione più amata dell’anno, che fa lentamente capolino e soppianta il gelido inverno con il suo volto allegro.

I paesaggi pieni di vita e bellezza di questa stagione hanno da sempre lasciato gli uomini a bocca aperta, incapaci di poter far altro che ammirarne la maestosità e l’irraggiungibile perfezione. E sono state proprio queste visioni fiabesche a divenire fonti d’ispirazione per gli artisti, i quali hanno sempre cercato di immortalare nei loro dipinti la stagione della rinascita e della vita, della dolcezza e del risveglio. Così, in occasione dell’equinozio di primavera, analizziamo tre differenti opere d’arte che riescono ad omaggiare il periodo più colorato dell’anno.

Primavera e arte: un legame secolare

“La Primavera” di Sandro Botticelli

Più che scontata, ma impossibile da non nominare, è la “Primavera” di Sandro Botticelli, realizzata nel 1478-80 e oggi conservata alla Galleria degli Uffizi. Considerata una delle più importanti opere dell’artista e di tutto il Rinascimento italiano, la tela rappresenta nove personaggi raggruppati in un boschetto ricco di vegetazione e frutti. Il centro è costituito dalla donna con il drappo rosso che le scivola sulla veste, mentre tutte le altre figure si distribuiscono simmetricamente ed armonicamente intorno a lei. Infine, sul prato, Botticelli ha riportato l’esatta raffigurazione di una miriade di specie vegetali e di fiori: iris, nontiscordardimé, papaveri, margherite, gelsomini e tanti altri.

Secondo i critici d’arte l’opera dovrebbe essere letta da destra a sinistra. Sul lato iniziale, Zefiro attira a sé la ninfa Clori e la rende gravida, ma quest’ultima rinasce trasformata in Flora, personificazione della stagione della primavera. Rappresentata con un abito colorato e intenta a spargere fiori sul prato, Flora è la figura più misteriosa e bella dell’intera composizione, mentre accanto Venere, simbolo dell’amore elevato di stampo neoplatonico, rimane il perno del quadro. Infine, a sinistra della tela, le tre Grazie ballano in cerchio mentre Cupido punta la temuta freccia su di loro e un Mercurio che scaccia le nubi per mantenere una primavera eterna chiude il gruppo.

La donna di Giuseppe Arcimboldo

Conosciuto soprattutto per le sue famose “Teste Composte”, Giuseppe Arcimboldo ha creato, nel 1563, la sua personalissima e particolare “Primavera” all’interno della composizione de “Le quattro stagioni”. In quest’opera, oggi testimoniata solo grazie ad una copia fatta dallo stesso Arcimboldo e presente al Louvre, la Primavera è dipinta come una donna composta da una grande varietà di fiori e con il viso rivolto verso sinistra. La protagonista, realizzata con pennellate minuziose e leggere, è formata da una complessa composizione floreale: il viso e le labbra sono costituiti da rose, corolle e piccoli boccioli, i capelli sono un caratterizzati da un’insieme di fiori accesi e differenti e gli occhi non sono altro che bacche di belladonna. A completare la creazione, Arcimboldo aggiunse alla protagonista una meravigliosa collana di margherite e un vestito di foglie di specie diverse.

Nonostante il dipinto possa sembrare semplice da analizzare e comprendere, il significato allegorico è tutt’ora difficile da chiarire. Si può ben notare come il seno della donna sia realizzato grazie alla forma dell’iris, come gli orecchini siano formati da un’aquilegia e vi sia un giglio sul capo. Infatti, tutte queste specie di fiori possiedono una valenza simbolica importante, lontana da quella italiana e più vicina nella realizzazione a quella di stampo fiammingo.

Claude Monet e la sua visione della rinascita

Infine, non poteva mancare il pittore impressionista per eccellenza, il magnifico Claude Monet, con la sua elegante e tenera “Primavera” del 1872. Conservata al The Walters Art Museum di Baltimora, la tela possiede la tipica impostazione del movimento, con una donna posta in primo piano e seduta sull’erba nell’atto di leggere un libro. Probabilmente riconosciuta nella prima moglie dell’artista, Camille Doncieux, la protagonista è circondata da fiori e un bellissimo chiaroscuro, dovuto alla presenza degli alberi, le definisce la figura. In questo quadro, a differenza degli altri analizzati, non ci sono particolari significati allegorici nascosti, ma vi è la semplice rappresentazione di una scena domestica di particolare intimità ed impatto.

Il tema della primavera, considerata bellissima e avvolgente, potente e aggraziata, è stato adottato da tantissimi altri pittori per portare, nelle loro creazioni, una visione florida e sgargiante del periodo più amato dell’anno. E questa tecnica non è stata altro che un modo per fermare per sempre ai nostri occhi il momento della vita che fiorisce, che cresce e si evolve in tutto il suo innato splendore. Per questo l’arte, con la sua eterna durata, farà sempre rinascere ai nostri occhi l’amata primavera.

Monica Blesi

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