È arrivato Giugno, il primo mese dell’estate nell’emisfero boreale. Con lui è arrivato il caldo, il sole alto e luminosissimo e la natura si è colorata di giallo, rosso ed arancione. Per la prima Rubrica Arte del mese vi vogliamo presentare tre opere che rappresentano, in epoche diverse e con stili diversi, la raffigurazione del mese di Giugno. 

Giugno e la raffigurazione dei mesi dell’anno nell’arte

Giugno, il cui nome deriva dalla dea Giunone, è il primo mese dell’estate nell’emisfero boreale e per questo viene chiamato anche “il mese del Sole”. Il 21 Giugno infatti cade il solstizio d’estate che lascia definitivamente alle spalle l’inverno. Questo è il giorno dell’anno in cui il sole colpisce con i suoi raggi perpendicolarmente il Tropico del Cancro, regalando il maggior numero di ore di sole nell’emisfero nord. Giugno però è anche chiamato “il mese della Libertà” e non a caso è anche il Mese del Pride. Noi però vogliamo soffermarci su questo mese da un altro punto di vista: il punto di vista dell’arte.

Nel corso della storia sono state tantissime le rappresentazioni legate alle stagioni, ai periodi o ai mesi dell’anno. Inizialmente venivano rappresentati sotto forma di prosopopee, cioè personificazioni. Questo rispecchia molto i modelli iconografici di età classica, in cui gli dei erano raffigurati in contesti legati alla stagionalità e ai periodi dell’anno. Poi, con l’arrivo del Medioevo, alle raffigurazioni viene dato un carattere legato più all’agricoltura e al mondo feudale, nonché al mondo cristiano. Ecco che i mesi e le stagioni vengono raffigurate in base ai lavori agricoli che si svolgevano nel periodo indicato. Dal IX secolo in poi, le personificazioni vennero sostituite da vere e proprie allegorie. A queste si aggiungono le raffigurazioni simboliche dei segni zodiacali e delle costellazioni legate ai mesi dell’anno.

Giugno nell’arte, 3 opere: “Allegoria di Giugno: il trionfo di Mercurio” di Cosmè Tura

Allegoria di Giugno_photocredit:wikipedia
Allegoria di Giugno_photocredit:wikipedia

In generale però, possiamo dire che la natura, legata o meno alle stagioni o ai mesi dell’anno, è sempre stata una delle fonti di ispirazione principali per gli artisti. Basti pensare agli impressionisti che dipingevano lo stesso soggetto in momenti diversi della giornata e in diversi periodi dell’anno, proprio per cogliere le sfumature diverse della luce. Nel Medioevo certamente, la natura e il lavoro nei campi aveva un forte valore, simbolico e non. Per questo gli artisti, quando raffiguravano i mesi dell’anno, rappresentavano il lavoro che si addice a quel periodo. Un esempio è “Allegoria di Giugno: il trionfo di Mercurio” di Cosmè Tura. In realtà dalle ultime analisi pare che l’autore del mese di Giugno non sia certo. Viene chiamato ora il “Maestro degli occhi spalancati” per il suo trattamento dei volti.

Questa raffigurazione, comunque, fa parte del bellissimo complesso di dipinti del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. L’affresco dell’ipotetico Tura risale al 1476/1484 circa e raffigura appunto l’allegoria di Giugno. È un affresco complesso, diviso in tre fasce. La fascia più in alto ospita il trionfo di Mercurio, dio protettore dei commerci. Lui è rappresentato come statua su un ricco carro trainato da aquile al centro di un mercato ricco e fiorente. La parte centrale invece ci mostra il segno zodiacale del mese, il Cancro, e tre figure allegoriche che influenzano i nati nelle tre diverse decadi. La zona in basso ci mostra Borso d’Este in corteo nella sua città, probabilmente appena nominato Duca di Ferrara. E’ rappresentato in primo piano su un cavallo bianco circondato da cavalieri e ritratto davanti ad un bellissimo portico finemente decorato. 

“Flaming June” di Frederic Leighton

Giugno fiammeggiante_photocredit:museo-de-arte-de-ponce
Giugno fiammeggiante_photocredit:museo-de-arte-de-ponce

Un’altra splendida raffigurazione del mese di Giugno è quella di tutt’altro stile ed epoca del pittore britannico preraffaellita Frederic Leighton. Il pittore nel 1895 dipinge uno dei suoi capolavori assoluti “Flaming June” (Giugno Fiammeggiante). Il pittore presenta il quadro alla Royal Academy, inconsapevole del successo che avrebbe avuto ma soprattutto ignaro del fatto che avrebbe provocato tanto scalpore per il suo sapore vagamente erotico. La rappresentazione è incentrata tutta sulla giovane donna distesa e probabilmente addormentata, con il viso arrossato dal calore dell’estate appena arrivata. Magistrale il tessuto stropicciato dell’abito. L’arancione, caldo e luminoso come il sole di Giugno, riempie la scena. La stagione preferita dai pittori dell’Estetismo era proprio l’estate, quando il sole accende di luce i colori della natura. 

“Juin” di Alphonse Mucha

Giugno_photocredit:wikipedia
Giugno_photocredit:wikipedia

In questa piccolissima carrellata, non poteva mancare il maestro delle allegorie in stile Art Nouveau: Alphonse Mucha. Diventato uno degli artisti centrali dell’emergente stile Art Nouveau, Mucha ha creato dei veri e propri capolavori. I suoi soggetti preferiti erano le donne e la natura, e grazie a questi ha trasformato la pubblicità in arte. La raffigurazione che vi presentiamo oggi è “Juin” (Giugno). Fa parte dei 12 medaglioni che sono stati usati per illustrare la copertina della rivista “Le Mois Littéraire” prima di essere riprodotti come una cartolina. Ogni medaglione presenta una figura femminile in posa su uno sfondo naturale caratteristico del mese rappresentato.

Per il mese di Giugno, Mucha raffigura una donna che si sta raccogliendo i capelli con dei fiori di campo bianchi. Finalmente gli abiti sono più leggeri e la natura intorno a lei l’avvolge completamente. Sullo sfondo, si intravede un cielo giallo che contrasta con il candore del resto della rappresentazione, ma che ben esprime il colore del primo mese estivo che inizia a riscaldare ma è ancora tenue. 

Ilaria Festa