Da appassionati del piccolo schermo, nel tempo, abbiamo assistito ad “errori” di scrittura che hanno portato amate serie tv a finire nell’occhio del ciclone. La rabbia di fandom è giustificata se si pensa agli anni di supporto che i fan dedicano al loro show del cuore. La delusione, tra le grandi aspettative ed attese, è un rischio di cui i produttori televisivi sono a conoscenza quando decidono di dar vita alle proprie idee. Nonostante ciò, alcune agitazioni sono state così vocali da creare un dissenso costantemente presente.

Quando una singola decisione rovina i progressi di un’intera serie

Serie tv Modern Family - Photo Credits: screenrant.com

L’oggettività, quando si parla di fruizione televisiva, non esiste. Ogni messaggio, infatti, viene recepito diversamente da ogni singolo spettatore. Da qui nasce la divergenza di opinioni. Ma se possiamo essere d’accordo quando si parla di classici del cinema o di show imperdibili che hanno rivoluzionato le produzioni televisive, possiamo concordare anche discutendo di scelte che hanno quasi distrutto prodotti con immenso potenziale. Alle volte, la volontà degli showrunners di dar vita a sorprese e colpi di scena, porta a demolire anni di costruzione di personaggi, archi di redenzione e coerenza narrativa. Se lo shock è, per i fan, emozionante, il tradimento dell’essenza stessa del progetto amato, non lo è. Vediamo insieme alcune serie tv che non hanno saputo soddisfare, venendo meno al patto tra produttore e consumatore.

1) Rachel ed il sogno di Broadway

Glee ha formato, negli anni 2010, un’intera generazione di theater kids con la passione per la musica e la comicità sopra le righe. Tra antipatie ed amori, il pubblico è cresciuto insieme al cast, imparando a tifare per la schiera di ragazzini disfunzionali con il sogno di diventare qualcuno. Una costante della serie è sempre stata l’ambizione della sua protagonista. Rachel Berry è nata per cantare, come una moderna Campanellino la sua luce vive grazie agli applausi di chi crede in lei. Le inconsistenze presenti già a partire dalla quarta stagione sono diventate insostenibili in quella successiva.

La concretizzazione del sogno di una vita —interpretare, come la sua eroina Barbra Streisand, Fanny Brice nello spettacolo di Broadway Funny Girl — arriva come la perfetta realizzazione di un personaggio non sempre piacevole ma inserito in un percorso coerente. È per questo che la sua decisione di abbandonare il palcoscenico lascia perplesso il suo pubblico. La Rachel che i fan hanno conosciuto ed imparato ad apprezzare fa della determinazione la sua forza trascinatrice. Vederla scegliere la televisione rispetto al teatro, per poi fallire e tornare in Ohio con la coda tra le gambe, è un assoluto fallimento per una protagonista che ha sempre saputo rialzarsi dopo una caduta.

2) Rory abbandona Yale

Una mamma per amica rimane, nonostante i suoi colpi di scena non sempre apprezzati, una delle serie tv più amate dal pubblico. Nonostante l’affetto, non sorprende l’unanime dissenso emerso durante gli episodi finali della quinta stagione dello show. Ancora una volta, viene tradita l’essenza di un personaggio. Rory forma la sua intera personalità intorno alla sua cultura, alla sua passione per il sapere, alla sua aspirazione e all’obiettivo di entrare in un’Ivy League.

La giovane studentessa non è solo dolce e corretta ma feroce e fiera. Per questa ragione la sua decisione di lasciare Yale, dopo un singolo commento negativo durante il suo periodo di stagista per il Stamford Eagle Gazette, sembra non aver alcun senso. Semplicemente non c’era necessità, per gli anni di sacrifici e lotte, di essere gettati nella spazzatura. Così facendo sembra che i produttori abbiano dimenticato un elemento cardine del proprio progetto: Rory ama lo studio. Studiare, conoscere, sperimentare, è ciò che la guida. Sebbene questa scelta possa essere giustificata come un errore di gioventù dato dall’impulsività, non possiamo che domandarci se la crisi non si potesse risolvere in modi differenti.

3) Haley e Dylan di nuovo insieme

Haley Dunphy è probabilmente il personaggio più sviluppato di Modern Family. La primogenita Dunphy cresce enormemente nell’arco di 11 stagioni e passa dall’essere una ragazzina ribelle ad una donna in carriera con gran coraggio e visione. La crescita del personaggio viene provocata anche dagli uomini che frequenta, romanticamente e non. Dylan rappresenta per lei il primo amore, quello passionale ed ingenuo, che decide di abbondare per camminare e raggiungere nuovi obiettivi, più in linea con la nuova maturità scoperta.

Qui nasce il problema. Mentre Haley si evolve da sola, Dylan, compiendo anche piccoli passi in avanti, rimane uguale a se stesso, non trovando nessuna profondità dietro la sua maschera di comedy relief. La coppia insieme è immobile, bloccati in una cornice che li svilisce. Solo quando sono lontani i due possono cambiare davvero. Dopo aver visto come Haley combattere e affrontare le sue paure durante la sua relazione con Andy, il finale risulta ancora più difficile da digerire. Trovandosi a doversi occupare di una famiglia all’improvviso, la giovane diventa proiezione della madre e dovrebbe trovare, nel ragazzo dal cuore bambino, il suo Phil. Questo però non accade e l’ambiziosa narrazione della ragazza si conclude retrocedendo irrimediabilmente.

4) L’uscita di scena di Alex Karev

Grey’s Anatomy è da sempre una delle serie tv più controverse del web. Questo soprattutto a causa delle sue stagioni infinite e dell’ammontare di personaggi che vanno e vengono dallo schermo, scomparendo con le scuse più assurde. I fan hanno da anni concordato con i produttori una sospensione dell’incredulità che ha portato lo show a continuare ad ottenere consensi, nonostante i buchi di trama e le incoerenze narrative. Il limite non è però inesistente. Dopo circa 16 anni di sviluppo di personaggio, Alex Karev abbandona il Grey Sloan Memorial Hospital. Cosa rende questa partenza la peggiore della serie? Per cominciare, Karev allontana i suoi affetti senza salutarli, inviando delle lettere dopo essere sparito per giorni, lasciandoli nel buio della sua assenza.

Alex lascia anche Jo, dopo il secondo matrimonio e la confessione d’amore e di responsabilità. L’episodio Leave a Light On distrugge un personaggio senza neanche portarlo sullo schermo. Abbandonare sua moglie per Izzie è una mossa totalmente estranea all’adorato protagonista. Questo atteggiamento codardo ed egoista appartiene molto di più al ragazzo delle prime stagioni che alla sua evoluzione, raggiunta dopo 16 stagioni. Jo, con una singola lacrima che le scorre sul viso, è lasciata senza nulla, dimenticata con una superficialità che Alex Karev, così come lo conoscono i fan della serie tv, non le avrebbe mai riservato.

5) Game Of Thrones e la fallibilità della serie

Il discusso finale di uno dei progetti più ambiziosi e, per la maggior parte, più riusciti della storia tradisce uno dei suoi personaggi principali. Nell’ottava stagione di Game Of Thrones, infatti, la potente Daenerys diviene vittima di una mutazione: da eroina pronta a liberare i popoli a spietata regina. La battaglia di Approdo del Re segna una brusca curva in una strada narrativa che però non viene sufficientemente giustificata. Questa violenza folle non appartiene ad una donna che, seppure nelle sue tinte chiaro-scusali, si è sempre dimostrata capace di comprensione e compassione.

È per questo che quella generata non è sorpresa ma confusione: mancano le radici di credibilità che possano spiegare un comportamento innaturale. Conoscendo la storia del progetto e la passione dei produttori per le esplosioni di emozioni, è chiaro che la decisione sia stata mossa da una volontà di sconvolgere in maniera immediata il pubblico. Valeva le pena sacrificare anni di complessità organica per un dinamismo al fine debole? I fan concordano nell’affermare che Daenerys Targaryen meritasse una fine più gloriosa e nobile di quella che ha ricevuto.

6) Dan Humphrey è Gossip Girl

Gossip Girl è una serie tv che da sempre ha costruito la propria disfatta. L’identità della scrittrice anonima è stata così centrale dall’inizio dello show che un qualsiasi tipo di rivelazione avrebbe, in qualche modo, finito per deludere i fan. Il mistero dell’anonimato, come nel caso di Bridgerton, genera un’esperienza più divertente che perde di brio una volta che questo viene a mancare. Detto ciò, il ruolo di rilievo di Dan è, inoltre, privo di trasporto emotivo. Due sono i problemi principali: le tempistiche di serie e le relazioni tra personaggi.

Serena van der Woodsen, tra tutti, è da sempre il bersaglio preferito di Gossip Girl che segue ogni sua mossa, non perdendo occasione per screditarla o metterla in cattiva luce. L’attitudine di chi scrive nei confronti della giovane ragazza dell’Upper East Side si evolve, nel corso delle stagioni, acquistando un velo sempre più ossessivo. Per i fan è difficile comprendere come Dan, agendo seguendo una propria forma di giustizia, abbia potuto recare danno alle persone a lui care per così tanto tempo. Proprio per questo sarebbe stato necessario dare al pubblico e ai personaggi, che hanno sacrificato opportunità e stabilità mentale, tempo per processare questa nuova informazione. Questa avrebbe dovuto, poi, cambiare tutte le dinamiche in gioco. In conclusione di serie, lo svelamento, invece che arrivare come una forza penetrante attesa per anni, senza il dovuto giudizio, cade piatto senza alcuna energia.

7) La tragica fine di Bellamy e Clarke

I Bellarke sono, indiscutibilmente, il cuore di The 100. Nella tragicità di trovarsi su un pianeta sconosciuto e dover ricominciare da capo, in una serie che fa eco, nei suoi primi episodi, a Il signore delle mosche di Golding, Clarke ha trovato in Bellamy la sua bussola morale. Tra trame surreali ed ostacoli violenti, il rapporto tra i due giovani è rimasto una costanza fino alla stagione finale dello show. Per questo motivo la crudeltà di Clarke durante l’esecuzione della sua anima gemella, platonica o reale che sia, non può essere perdonata.

Conoscendo le dinamiche del progetto, le uscite di scena, anche in risposta a decisioni tragiche e brutali, non sono uno shock. Non viene contestata, dunque, la morte di Bellamy ma la modalità con cui questa avviene. Se alcune perdite scatenano meccanismi di crescita ed evoluzione per i personaggi coinvolti, questa è sintomo di una recessione incomprensibile. Blake, simbolo di virtù e onore, avrebbe imparato dagli errori del passato e similmente, Clarke Griffin avrebbe trovato un modo per risolvere la situazione di pericolo senza rinunciare ad un legame costruito coerentemente negli anni. La freddezza dell’esecuzione di quello che la giovane stessa chiama il suo “cuore”, non è neppure giustificata da sviluppi di trama. L’omicidio avviene, infatti, per proteggere Madi, figlia adottiva della protagonista, ma una volta avuto luogo, questa lascia indietro lo sketchbook della giovane rendendo inutile ed illogico lo spargimento di sangue.

8) Il ritorno del corno blu

I fan di How I Met Your Mother hanno seguito, attraverso le stagioni, le avventure dell’architetto Ted Mosby, in continuo conflitto con il suo essere innamorato dell’amore. Il finale della serie che lo vede tornare tra le braccia di Robin, vanifica, dunque, anni di contenuto ed aspettative. Viene proiettata sullo schermo una narrazione circolare che torna al suo punto d’inizio proprio ad un secondo dalla fine. L’intera premessa dello show, con il suo totale di 208 episodi, si fonda sull’incontro con l’amore della vita, di cui Ted, in prima persona, racconta. Ma Tracy McConnell, dipinta come anima gemella e regalo divino, legata a lui da anni di nascosti intrecci, sparisce per permettere all’uomo di ricadere nella familiarità.

L’abilità dei produttori è stata quella di saper fondere quotidianità ed innovazione. Ma con la sua conclusione How I Met Your Mother si trasforma in una perdita di tempo per il fandom ed una perdita di anni per l’invecchiato Ted, seduto davanti ai suoi figli. L’allontanamento della sitcom dal suo focus centrale, forse per fuggire da una banalità narrativa preannunciata, ne ha violato lo spirito. Questo finale ha provato, ancora una volta, come il perdere l’allineamento con le aspettative di pubblico, senza basi di spiegazione razionale, possa essere una scelta deleteria per l’eredità di un prodotto televisivo.

Francesca Cramerotti

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