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Settembre 8, 2024, domenica

Le donne nell’arte, la raffigurazione femminile raccontata dalle artiste

8 Marzo. Oggi è per convenzione la Giornata internazionale della Donna e quale miglior modo di celebrare il femminile se non attraverso l’arte? La rappresentazione della donna è ampiamente testimoniata in tutta l’arte occidentale e non solo. Della rappresentazione della figura femminile ne è piena la storia dell’arte ma lo sguardo che ci “regalano” le opere in questo senso, è quasi esclusivamente maschile. Noi vogliamo fare di più. Vogliamo celebrare la rappresentazione della donna attraverso le mani delle donne stesse.

Donne e Arte, il femminile raffigurato dagli uomini

Madonne, Dee, Regine, Popolane, Cortigiane, scene religiose, miti o scene di vita quotidiana. L’arte è satura di figure di donne. Se pensiamo però alla raffigurazione della donna ci verranno in mente le sublimi ed angeliche raffigurazioni di Tiziano o di Leonardo. Oppure le raffigurazioni “scandalose” di Caravaggio che per rappresentare le Madonne utilizzava modelle prese dalla strada. O ancora Masaccio, Botticelli, Michelangelo

La lista dei grandi artisti che si sono cimentati nella raffigurazione della Donna è lunghissima e certamente degna di nota. Quello che però accomuna, pur con le dovute differenze cronologiche e di stile, queste raffigurazioni è che sono state realizzate da uomini. Quello che vogliamo provare a fare con questo piccolo focus è raccontare la raffigurazione della figura femminile fatta dalle donne stesse.

Le donne artiste

Le donne artiste nella storia sono numerosissime. Molte più di quanto si possa (o si voglia ?) pensare. Moltissime sono poco o per niente conosciute al grande pubblico e anche ai cosiddetti amanti dell’arte. C’è, ad esempio, Lavinia Fontana, una delle prime donne ad aver fatto carriera in un mondo quasi esclusivamente maschile. È stata la più importante pittrice del XVI secolo ed una delle più famose ritrattiste della sua epoca. Sua contemporanea è stata Sofonisba Anguissola che in un’epoca in cui le donne erano viste come oggetti da rappresentare nell’arte, e non come artiste, diventa una pittrice rinascimentale tra le prime artiste femminili ad essere riconosciute a livello internazionale. 

Tra le più stimate artiste italiane c’è anche Plautilla Bricci, pittrice ma anche la prima donna italiana ad essere diventata un architetto. Elisabeth Vigée Le Brun, la ritrattista ufficiale della Regina Maria Antonietta, che in tutte le sue raffigurazioni donerà alle donne un sorriso particolare che esprime finalmente anche il desiderio femminile. Altra artista francese che ha fatto la storia è stata Berthe Morisot. Ingiustamente ricordata, per tanti anni, solo per essere stata una delle muse di Manet e moglie di suo fratello Claude. In realtà la Morisot è stata una grande pittrice, la prima ed unica donna a far parte del movimento impressionista. Dipingeva le donne nel loro intimo quotidiano. 

E ancora, Marie Laurencin, Mary Cassat, Georgia O’keeffe, Louise Nevelson e Marie Laurencin, solo per citarne alcune, a cui si uniscono le più conosciute Frida Kahlo , Charlotte Salomon e Tamara De Lempicka. Abbiamo deciso però di selezionarne solo tre, e tre delle loro opere, in rappresentanza di tutte. Oltre ad avere in comune uno smisurato talento artistico, hanno dovuto affrontare tutte con forza, coraggio ed audacia i mille ostacoli incontrati. Hanno tutte combattuto contro pregiudizi, obblighi, divieti, società e universo maschile, indipendentemente dal periodo storico in cui hanno vissuto.

Artemisia Gentileschi: Giuditta e Oloferne

Giuditta che decapita Oloferne_photocredit:Uffizi
Giuditta che decapita Oloferne_photocredit:Uffizi

La prima di cui vi proponiamo l’opera è Artemisia Gentileschi. Vissuta a cavallo tra ‘500 e ‘600, è stata una delle più apprezzate pittrici di scuola caravaggesca. Nella sua vita ha dovuto affrontare delle prove molto dure. Lo stupro da parte di un amico del padre, il processo nel quale ovviamente fu giudicata tanto colpevole quanto il suo carnefice, oltre ai pregiudizi e le incomprensioni di una società che voleva la donna relegata solo in casa a crescere figli. Artemisia però porta avanti con tenacia il suo straordinario talento. 

“Farò vedere a Vostra Signoria Illustrissima quello che sa fare una donna”

I corpi che Artemisia dipinge sono i corpi di donne fiere, forti e anche se sensuali e seducenti, non sono graziose ed idealizzate. Sono donne vere. Uno dei suoi capolavori è “Giuditta che decapita Oloferne”. Giuditta e la sua ancella sono concentrate e decise, forti con le maniche rimboccate ed il volto contrito nella smorfia dello sforzo mentre decapitano Oloferne. Con Artemisia, Giuditta perde la sua “sacralità” e diventa una donna vera.

Suzanne Valadon: nudo femminile

Autoritratto del 1931_photocredit:artebvitae
Autoritratto del 1931_photocredit:artebvitae

Suzanne Valadon, pittrice francese che visse a cavallo tra ‘800 e ‘900. Donna che si è letteralmente fatta da sola. Autodidatta, ha vissuto una vita difficilissima e di stenti ma, dopo essere stata la modella di tanti artisti famosi dell’epoca, è riuscita a costruirsi una sua carriera. Valadon è la maestra del nudo femminile. Vuole dimostrare che il corpo delle sue donne non è solo un corpo di piacere. Le opere di quest’artista non hanno nulla di convenzionalmente bello. Vuole dipingere la nudità femminile così com’è, senza i filtri dell’idealizzazione maschile. Straordinari i suoi autoritratti a seno nudo. Realizzati in età differenti, rappresentano la verità del corpo femminile nelle sue trasformazioni. 

Le Sorelle MacDonald: Art Nouveau

the mysterious garden_photocredit:jstore
the mysterious garden_photocredit:jstore

Ingiustamente dimenticate dalla storia mainstream sono le straordinarie sorelle MacDonald. Margaret e Frances, due sorelle scozzesi che a cavallo tra ‘800 e ‘900, si sono a fatica affermate come artiste Art Nouveau. Il loro stile lineare, sinuoso, decorativo e bidimensionale distorce la figura umana rendendola quasi macabra, spettrale e in qualche modo demoniaca. Il modo in cui le donne sono ritratte nel lavoro di Margaret e Frances riecheggia la loro stessa indipendenza. Mentre molte donne studiavano arte più per piacere personale che per professione, le sorelle vendettero la loro.

Ilaria Festa

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