Musicassette. I giovanissimi ne hanno sentito parlare, ma chiunque sia nato prima del fatidico 2000, spartiacque dell’età contemporanea, le conosce molto bene. Oggetto del desiderio di ogni melomane dell’epoca, accumulate e riposte meticolosamente nelle loro custodie, comprate o create “artigianalmente”, questi dispositivi, noti anche come “audiocassette” o “cassette a nastro”, hanno avuto un lungo periodo di fama, segnando l’infanzia e la gioventù di molti.

Realizzate dalla Philips nei primi anni Sessanta, si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, raggiungendo l’apice della popolarità tra gli anni Ottanta e Novanta, prima del loro declino, soppiantate dai compact disc e, in seguito, dalla musica liquida. Eppure, prima dell’avvento dei CD e dei servizi di streaming, la musicassetta regnava incontrastata, aiutata anche dalla diffusione del Walkman, ideato dalla Sony, che consentiva di portare con sé le proprie compilation.

Musicassette: l’idea di un comeback in grande stile

Una scena di Stranger Things, serie che ha riportato in auge le musicassette

Come per il vinile, non sembra arrestarsi la tendenza degli ultimi anni a “riscoprire” le vecchie glorie, per poi adattarle ai giorni nostri. Diversi artisti, da Harry Styles agli Arctic Monkeys, hanno proposto questo formato come edizione limitata dei loro album. Inoltre, l’azienda cinese FiiO ha realizzato un lettore con batteria ricaricabile, chiamato FiiO CP13, che trae spunto proprio dall’iconico Sony Walkman del 1979, e che promette di restituire lustro alle audiocassette.

Anche il piccolo e il grande schermo hanno, recentemente, contribuito ad accrescere la curiosità intorno a questo storico strumento. La serie cult Stranger Things offre uno spaccato dei mitici Eighties, nei look, negli usi e costumi e, naturalmente anche nella colonna sonora. Diverse scene cardine ruotano intorno a brani pazzeschi provenienti da quel decennio, alcuni dei quali riprodotti attraverso le music tapes. Come dimenticare la coraggiosa Sadie, le sue cuffie e la lotta con Vecna sulle note di Running Up That Hill di Kate Bush? Anche dei film, come Guardiani della Galassia, hanno omaggiato l’audiocassetta e i suoi derivati ma, in Italia, l’interesse si è riacceso grazie a Mixed By Erry, lungometraggio di Sydney Sibilia prodotto da Netflix. La pellicola è ispirata alla vita di Enrico Frattasio, detto Erry, dj napoletano che si arricchì, alla fine degli anni Settanta, registrando e vendendo cassette contraffatte.

Un cimelio ricco di storia, ma poco pratico

La strada per il ritorno agli antichi fasti sembrerebbe dunque spianata; eppure, non è così. Nonostante il sapore vintage dello strumento, infatti, la musicassetta presenta un duplice problema. Il primo, di natura strettamente pratica, è che ormai, nelle nostre case, non esistono più, o sono rarissimi, apparecchi in grado di permetterne l’ascolto. Una bella differenza con i giradischi, oggetto ambito da collezionisti e audiofili, presenti in molti salotti.

Un secondo aspetto da considerare, riguarda invece i limiti delle cassette. Le piattaforme digitali, ma anche i vinili, offrono una qualità di suono nettamente superiore ad esse. I ragazzi della Gen Z, ma anche i millenials & Co. sono ormai abituati a degli standard troppo elevati per accontentarsi di un prodotto intermedio. Oltretutto, mentre il vinile richiede una “procedura” che per molti risulta affascinante (posizionare il disco sul piatto, girarlo da un lato e dall’altro), questa gestualità appare più meccanica e di certo meno allettante con le music tapes. Anzi, i più grandicelli ricorderanno le ore passate a “riavvolgere” il nastro srotolatosi all’esterno con l’aiuto di una matita o di una penna. Un ricordo sicuramente dolce e divertente, ma che ha ormai fatto il suo tempo. I numeri delle vendite, d’altronde, non fanno pensare a un mercato discografico vero e proprio: solo i più appassionati le acquistano, ma più per avere un cimelio, che per finalità concrete.

Insomma, non è chiaro se si tratti di una falsa ripartenza, o di una seconda chance. Lo charme del 45 giri non teme rivali, e realtà come Spotify sono dei colossi difficili da affrontare. In ogni caso, orecchie tese e matite alla mano, le musicassette potrebbero tornare.

Federica Checchia

Seguici su Google News