Nightmare Before Christmas di Henry Selick è uscito nel 1993, ottenendo un discreto successo. Ha inoltre avuto una seconda vita nel 2003, in seguito alla pubblicazione da Touchstone Pictures del DVD edizione speciale, diventando fenomeno commerciale e di moda vestiaria. Ciò è abbastanza ironico, considerando che il messaggio del film è proprio il non cercare a tutti i costi di essere come gli altri. Ma anche i film culto, del resto, si ispirano ad altre opere; come dei miti, essi si nutrono di altre storie, e sono a loro volta fonte di riproduzione ed ispirazione. Dalla poesia del ’800 alla tv degli anni ’60, passando da marionette di insetti morti, vediamo quali opere hanno contribuito alla creazione del fantasioso film; fino alle questioni aperte che ancora stuzzicano il pubblico, portandolo ad rielaborare racconti inquietanti, sui personaggi di questo classico di Natale.
Sebbene Nightmare Before Christmas sia diretto da Selick, il film è largamente associato a Tim Burton, al quale appartengono storia, personaggi, ed atmosfera. L’ispirazione gli venne…in un negozio! Burton, ancora animatore per Disney, all’inizio degli anni Ottanta, un giorno vide un commesso che sostituiva della merce di Halloween con quella di Natale. Questo mix tra mostri e Babbi Natale fece breccia nella sua immaginazione. Ne risultò una poesia di tre pagine, che costituisce la base della trama del film. Caratterizzata da rime baciate e dall’ irresistibile stile da favola gotica che contraddistingue l’artista, la composizione è disponibile su Wikipedia e consigliata a tutti i fan irriducibili…quale altro modo migliore per festeggiare il Natale?
Ispirazioni americane, tra letteratura e tv
La storia è inoltre chiaramente ispirata alla favola del Grinch, il mostro che vuole rubare il Natale. Scritta dall’autore di libri per bambini Dr Seuss, la favola è stata notoriamente trasformata in uno special televisivo animato del 1966, chiamato Come il Grinch rubò il Natale, che colpì l’immaginazione del regista, allora bambino. A questo si aggiunge l’altro iconico special del 1964, La storia di lumetto, un film tv animato in stop motion, come Nightmare Before Christmas. Esso narra la vicenda di una renna dal naso rosso e luminoso; dettaglio fisico che, dapprima fonte di imbarazzo, le permetterà poi di riscattarsi come capo-guida delle altre “colleghe”, durante gli innevati e voli di Babbo Natale.
L’influenza di questi classici televisivi sul film è evidente. Si pensi solo, a titolo di esempio, che l’idea del naso-lanterna della renna di La storia di lumetto, si ritrova completamente riapplicata al personaggio del cane Zero, in Nightmare Before Christmas. Burton si ispira infine anche a fonti letterarie ed il suo componimento è influenzato dalla poesia A Visit from St. Nicholas, altrimenti conosciuta come The Night Before Christmas, pubblicata nel 1823, ed attribuita a Clement Clarke Moore. Come i due film televisivi citati, la poesia di Moore è un classico della cultura americana. Il suo travolgente successo è, tra l’altro, considerato responsabile nella definizione del mito di Babbo Natale, come personaggio distributore dei doni, ruolo che precedentemente non gli era necessariamente attribuito.
Ispirazioni visive di Nightmare Before Christmas
Un’enorme crew di 120 persone si è impegnata per la realizzazione di 109 440 fotogrammi, ed una produzione della durata di 2 anni, una settimana di riprese per ogni minuto di film. Il regista Selick ha voluto creare le scenografie ispirandosi ai libri “pop-up”, quel tipo di letteratura per l’infanzia le cui illustrazioni si sviluppano su tre dimensioni. Il film si compone inoltre di tre mondi, caratterizzati da estetiche fortemente contrastanti. L’angolosa e inquietante Città di Halloween, è totalmente ispirata agli incubi tortuosi dell’ espressionismo tedesco. La Città di Natale rende invece omaggio all’universo di Dr. Seuss e del suo Grinch. Nel mondo reale, invece, tutto è perfettamente allineato e caratterizzato da semplicità e “piattezza”.
I creativi si sono ispirati dai pionieri dello stop motion Raymond Harryhausen ed al folle mondo di Ladislas Starevich, che, sempre con questa tecnica, ha realizzato film, manovrando insetti morti attaccati a dei fili (forse offrendo un modello per lo spigolosissimo Jack) . E il quale, nel 1913 è autore di un film dal titolo…The Night Before Christmas, tratto da una storia di Nikolai Gogol, su un demone ed una strega che rubano la luna la notte della Vigilia di Natale. Ricorda qualcosa? Infine, l’estetica dei personaggi di Nightmare Before Christmas rende omaggio a famosi illustratori di libri per bambini (Edward Gorey, Étienne Delessert, Gahan Wilson, Jan Lenica e Charles Addams, autore degli Addams) e ai celebri pittori Francis Bacon e Wassily Kandinsky.
Teorie sulla morte dei personaggi, anime sensibili astenersi
Accade spesso che un film, o una serie tv diventino oggetto di ossessioni, dibattiti internet ed inquietanti teorie del complotto. Un cult come Nightmare Before Christmas non poteva essere da meno; immaginando che gli abitanti della Città di Halloween fossero in realtà dei defunti, i navigatori della rete hanno abbracciato l’onda dell’immaginazione truce ed hanno provato a fornire le spiegazioni plausibili dietro al decesso dei bizzarri personaggi.
Qualcuno ha dunque ipotizzato che Jack Skeletron sia stato bruciato vivo, poiché lo vediamo infiammarsi all’inizio del film, ed anche perchè è uno scheletro. La paranoica ma divertente teoria sul Dr. Finklestein, lo vuole ucciso dal veleno. Si nota, infatti, che la straordinaria capacità del personaggio di scansare i tentativi di avvelenamento, deve forse essere l’effetto di un trauma di vita vissuta. Il sindaco gira la testa a 180 gradi perché ha il collo fatalmente rotto, il diavoletto Lock è pallido con le labra blu perchè morto di freddo. Oogie Bookie (il Bau Bau) è un ammasso di insetti perché è stato scuoiato vivo, e il cane Zero è stato fulminato, ragion per cui appare come vapore ed ha il naso che si illumina come una lampadina. Le teorie si sommano, alimentando altri miti e forse, in futuro, altri film (in quest’ultimo caso, si spera di no!).
Sara Livrieri
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