Enzo Jannacci, vero nome Vincenzo, con la musica raccontava la sua Milano dove è vissuto e cresciuto. E’ stato un cantautore, cabarettista, pianista, compositore, paroliere, attore, sceneggiatore e anche cardiologo. E’ tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra e caposcuola del cabaret italiano. Nel corso della sua più sterminata carriera ha collaborato con svariati personaggi della musica, dello spettacolo, del giornalismo, della televisione e, soprattutto, della comicità italiana.
Artista a tutto tondo, poliedrico e modello per le generazioni successive
Meneghino di nascita ma pugliese di origini, il nonno era emigrato a Milano, da Bari, poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, Jannacci frequenta il Liceo Classico Manzoni dove conosce Giorgio Gaber. Dopo il diploma consegue la laurea in medicina. Per ottenere la specializzazione in chirurgia generale si trasferisce in Sudafrica, ed entra a far parte dell’equipe di Christian Barnard. Poi si sposta negli Stati Uniti. Nel 1967 si sposa con Giuliana Orefice, che nel 1972 dà alla luce il loro unico figlio, Paolo, divenuto musicista e direttore d’orchestra.
Il suo modo di coniugare intelligenza e satira, analisi della realtà e gusto del paradosso erano unici. Uno dei più prolifici cantautori italiani con quasi trenta album, inoltre ha lavorato per il teatro, il cinema e la tv. Il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso del musicista milanese, presente in studio col figlio Paolo, lo omaggiano interpretando suoi brani. C’erano tutti: Dario Fo, Ornella Vanoni, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Teo Teocoli, Roberto Vecchioni, Massimo Boldi, Antonio Albanese, J-Ax, Ale e Franz, Irene Grandi e moltissimi altri. Enzo Jannacci compare alla fine dell’evento cantando due sue canzoni. Si capiva che stava male, che stava morendo, ma mostrava dignità e coraggio di fronte alla malattia. Capiva da medico che il suo corpo stava cedendo, ma lo spirito era sempre lo stesso e anche la voglia di cantare e ironizzare. Questa fu la sua ultima apparizione televisiva.
In ricordo di Enzo
Jannacci è morto a nella sua Milano il 29 marzo del 2013, a 77 anni, a causa di un tumore di cui soffriva da diversi anni. Grande il cordoglio espresso da personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, di cui era noto appassionato, in particolare del calcio: era un grande tifoso del Milan. La camera ardente è stata allestita il 31 marzo ed il 1º aprile nel foyer del Teatro Dal Verme.
Molti VIP hanno voluto ricordare la “voce degli ultimi”, come lo ha definito Claudio Cecchetto, sui loro profili social. “Ciao grande maestro” ha scritto il napoletano Gigi D’Alessio, i Negramaro hanno ricordato Enzo con una citazione da “Messico e nuvole“: “Che voglia di piangere ho… addio Enzo!“. Syria, ha preferito salutare Jannacci con un semplice “ciao signor Enzo“, si susseguono twitt più personali come quello di Paola Turci: “Rimangono tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme“. Ironico Frankie Hi Nrg: “Ciao Enzo non ti scapicollare“. Triste Luca Bizzarri: “Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur talento“. “Enzo Jannacci, rimpiango un genio che se ne va insieme alla Milano meravigliosa delle sue canzoni“, scrive Gad Lerner. Tanti e accorati i messaggi di Dalia Gaber, figlia di Giorgio: “Ciao Enzo, ti voglio bene” scrive postando una foto da giovani dei due celebri artisti. “Lo ricordo bene: intelligente spiritoso, surreale, geniale. Ha raccontato la poesia di Milano“, ha scritto invece Enrico Ruggeri, “Al suo funerale Enzo Jannacci vedrà che tutti piangono davvero, non solo le suore“, ha pubblicato su Twitter Red Ronnie citando la celebre “Vengo anch’io. No tu no”.
Indossate le scarpe da tennis: il percorso Jannacci a Milano
Il 26 settembre 2015 il Comune di Milano inaugura il Percorso Jannacci, nato da un’iniziativa promossa dalla commissione cultura del Consiglio di Zona 4. Il percorso consiste nei seguenti punti d’interesse:
- In via Lomellina, angolo via Sismondi, si trova una targhetta commemorativa ispirata alla canzone E io ho visto un uomo.
- Sul ponte ferroviario di viale Corsica, angolo via Ardigò, nei pressi della fermata Forlanini c’è un murale. L’opera, del cubano Danis Ascanio, raffigura un paio di scarpe da tennis e si trova proprio nel viale che percorreva il senzatetto della canzone El portava i scarp del tennis.
- In piazzale Susa angolo viale Campania e in piazza Martini 14, si trovano due citazioni presenti nella canzone La forza dell’amore scritta da Dario Fo, si trovano
- Nel sottopassaggio tra via Rogoredo e via Orwell c’è un altro murale a opera degli artisti di strada Ste-Marta, Mister Caos e Francesca Pels. Nella Stazione di Milano Rogoredo è ambientata la canzone Andava a Rogoredo alla quale l’opera è ispirata.
Ci manchi Enzo!
Alessandro Carugini
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