Sono passati due anni dal coming out di Elliot Page, prima conosciuto come Ellen, e come ha dichiarato in un’intervista all’edizione americana di Vanity Fair “finalmente ora mi sento a mio agio”. Sempre in quella famosa intervista, Elliot dichiara: “Per la prima volta da non so nemmeno quanto tempo, io sono in grado di sedermi da solo, restare da solo con me stesso, essere produttivo ed essere creativo”.
Elliot Page: “Solo da quando ho fatto coming out mi sento davvero in grado di esistere”
Elliot esordisce a 11 anni nella serie televisiva “Pit Pony”, opera che aprirà le porte dell’attore a piccole partecipazioni in film e serie canadesi. A sedici anni recita in “Mouth to Mouth”, interpretazione che porta il giovane attore ad essere considerato tra i giovani attori più promettenti del Canada. Entrato in punta di piedi, nel 2005 inizia a farsi strada grazie alla sua interpretazione in “Hard Candy”, nei panni di Hayley Stark.
Il talento del giovane attore non tarda ad essere notato. Nel 2006 abbiamo la sua prima apparizione nel cinema mainstream, nelle vesti di Kitty Pryde / Shadowcat in “X-Men – Conflitto finale” di Brett Ratner.
Ma è nel 2007 che il volto di Page verrà eletto a “giovane promessa del cinema indipendente“. Dopo aver interpretato Sylvia Likens in “An American Crime”, Elliot donerà il suo volto a Juno MacGuff, protagonista di “Juno”. Il film gli valse un notevole successo e la candidatura agli Oscar a soli 21 anni come “migliore attrice protagonista”.
Dopo il successo della commedia, interpreta altri ruoli di rilevante importanza. Nel 2009 recita come Bliss, la pattinatrice su rotelle di “Whip It” con la regia di Drew Barrymore. Nello stesso anno interpreta Arianna, l’architetta al fianco di Leonardo Di Caprio e Joseph Gordon – Levitt in “Inception” di Christopher Nolan. Ed ancora, recita in uno degli episodi di To Rome Whit Love (2012) di Woody Allen. L’anno dopo da vita ai movimenti di Jodie Holmes nel videogioco “Beyond: Due anime” tramite il motion capture.
Dal 2019 è uno dei protagonisti della serie Netflix “The Umbrella Academy”, serie che ha accolto le scelte di Elliot e lo ha seguito nel cambiamento, permettendo a Vanya, di diventare Viktor.
Elliot Page dietro le quinte
Da giovane promessa del cinema indipendente, al volto del cinema mainstream. Eppure, Page non ricorda con felicità quei momenti.
Ho lottato con il cibo. Depressione intensa, ansia, forti attacchi di panico. Non riuscivo a funzionare. C’erano giorni in cui avevo una sola riunione, uscivo di casa per andare alla riunione e dovevo tornare indietro. Non riuscivo a leggere un copione, non potevo. Leggere è una delle cose che preferisco fare: non riuscivo a leggere, non riuscivo ad andare oltre un paragrafo.
Juno, il film che gli è valso la candidatura agli Oscar e che l’ha reso riconoscibile al mondo del cinema, è stato anche il responsabile del suo disagio.
Inseguire la mia passione per la recitazione è stato frutto di un difficile compromesso.
Tagliare i capelli
Primo trans sulla copertina di Time, Page diventa un modello di possibilità. E’ forte in lui la necessità di arrivare ad una società maggiormente inclusiva, in cui tutti possano sentirsi liberi di vivere, senza giudizi e discriminazione.
Questa trasformazione ha migliorato la mia vita e spero che tutte le persone che soffrono di un disagio di questo tipo possano affrontare al più presto il problema, come ho fatto io.
Elliot racconta al Time di aver compreso che qualcosa nel suo corpo femminile non andava a 9 anni, quando chiese ai suoi genitori di tagliare i capelli cortissimi:
Mi sentivo un ragazzo. Volevo essere un ragazzo. Chiesi a mia madre se un giorno avrei potuto esserlo.
Nel 2020 Elliot ha potuto confessare al mondo il desiderio nascosto per 24 anni, permettendo a quel piccolo bambino di 9 anni di vivere al meglio delle sue volontà. Rivelandosi, ha ispirato migliaia di persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ a prendere coraggio per l’ottenimento della propria libertà.
Con il taglio di capelli, un paio di jeans e scarpe da ginnastica, si chiude il cerchio: Elliot ad oggi si presenta il sorriso autentico di chi vive finalmente nel suo corpo.
la differenza più significativa è che ora sono davvero in grado di esistere.
Martina Capitani
Seguici su Google News