James Joyce e il modernismo letterario nella Dublino del ‘900

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Di Redazione Metropolitan

James Joyce, scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. Anche se la sua produzione letteraria non è stata molto vasta, è sicuramente un autore di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del XX secolo, in particolare della corrente modernista. Oggi ricorre l’anniversario della sua morte, avvenuta, lontano dalla sua Irlanda, nel 1941. Considerato uno degli scrittori più importanti del XX secolo, fu uno straordinario innovatore.

James Joyce, vita e formazione

James Joyce nasce a Rathgar, una frazione di Dublino, il 2 febbraio 1882. Appartiene ad una famiglia della buona società irlandese, le cui condizioni finanziarie però declinano. I suoi genitori lo iscrivono ad una scuola cattolica. Si iscrive poi  all’università di Dublino dove si laurea in lingue moderne. In questi anni inizia a manifestare un carattere anticonformista e ribelle. Dopo essersi laureato, lascia Dublino per la prima volta. Si reca a Parigi, dove incontra molti nazionalisti irlandesi espatriati e importanti esponenti della letteratura europea. Joyce torna poi in Irlanda l’anno successivo a causa della malattia della madre che poco dopo muore.

Nel giugno del 1904, Joyce incontra la donna che amerà per tutta la vita: Nora Barnacle. Una cameriera proveniente dalla contea di Galway, che diventerà sua moglie. Joyce e Nora lasciano definitivamente Dublino e si stabiliscono a Trieste, dove Joyce comincia a insegnare inglese presso la Berlitz School. Qui incontra anche un ancora anonimo Italo Svevo, di cui divenne grande amico. Dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, lo scrittore irlandese si trasferisce a Zurigo. Nel 1920 si reca a Parigi, che al tempo era la capitale intellettuale europea. Ormai Joyce è tra gli scrittori più apprezzati del tempo. Alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Joyce torna a Zurigo con la sua famiglia, dove muore nel 1941.

Il Modernismo Letterario

Il Modernismo è una corrente letteraria che nasce in Inghilterra prima della seconda guerra mondiale, e si sostituisce al classico Romanticismo che lo aveva preceduto fino all’inizio del novecento. Lo stile di questo movimento letterario inglese, è improntato alla precisione del linguaggio che deve essere oggettivo e attingere anche dalla lingua parlata. I temi verteranno su argomenti che in precedenza venivano omessi nella letteratura, e considerati come dei veri e propri tabù. Si parlava di sessualità e venivano utilizzate delle tecniche e dei metodi mai usati prima, come il monologo interiore e il discorso indiretto libero.

I primi decenni del Novecento hanno quindi effetti rivoluzionari in campo letterario. Il Modernismo inglese è una delle correnti d’avanguardia più rilevanti del periodo. Gli intellettuali sentono la necessità di innovare profondamente anche gli strumenti stessi dell’espressione letteraria. Da qui scaturisce il rifiuto delle convenzioni e delle tradizioni del passato. Vengono così utilizzate le tecniche romanzesche dello “stream of consciousness” e del “monologo interiore“. Si arriva quindi all’analisi introspettiva dei personaggi. Nella narrativa la ricerca di nuove forme espressive conduce i romanzieri ad un interesse nuovo nell’interiorità dei personaggi, sia nel contenuto che negli aspetti formali del romanzo. Sperimentando nuove forme i modernisti concentrano la loro attenzione sui processi mentali che si sviluppano nella mente umana, cercando di esplorarli. Gli scrittori del tempo svilupparono nuove tecniche narrative per rappresentare il flusso spontaneo dei pensieri dei personaggi. Le storie non sono più raccontate in ordine cronologico.

Le opere più importanti di Joyce

Le opere di James Joyce rivelano il rapporto di amore ed odio che lo scrittore aveva con la sua patria.  Anche se lasciò Dublino senza mai più farvi ritorno, il legame emotivo e spirituale con la sua città natale non fu mai spezzato completamente. Joyce infatti, ambienta tutti i suoi romanzi a Dublino, ne descrive la gente, le strade, le case, la lingua in modo realistico ed accurato.  Tra le sue opere certamente più conosciute ci sono i suoi romanzi e racconti. Una delle sue prime opere è stata “Chamber Music”, scritta nel 1907. Nel 1914 scrive “Dubliners”, una raccolta di quindici racconti in cui Joyce fa un ritratto della vita di Dublino all’inizio del XX secolo. “A Portrait of the Artist as a Young Man” viene scritto poco dopo, nel 1916. Tra il 1923 e il 1939 scrisse il suo ultimo romanzo, “Finnegans Wake”.

Il romanzo che però meglio esprime tutta la poetica ed il pensiero di questo straordinario scrittore è senza dubbio il monumentale “Ulysses”. Romanzo lungo e complesso che rappresenta il culmine del romanzo modernista. Joyce comincia a pubblicarlo in forma seriale sull’American Little Review nel 1918, ma la pubblicazione fu in seguito bloccata perché il romanzo era considerato osceno. Fu pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1922, mentre in Inghilterra fu bandito fino al 1936. Racconta di un viaggio, parallelismo con  il viaggio dell’eroe omerico Ulisse nel Mediterraneo e il ritorno a casa da sua moglie Penelope. Il protagonista però è Leopold Bloom, un uomo ordinario che vagabonda nelle strade di Dublino, lasciando liberi i suoi pensieri.

Ilaria Festa

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