Stasera in tv: Una poltrona per due. Storia di un ricco ed un povero scambiati di ruolo per divertimento dei due perfidi ed annoiati finanziari. John Landis dipinge il Natale nella sua quintessenza capitalista, con l’ironia che lo contraddistingue. Come in altre occasioni (The Blues Brothers, Un lupo mannaro americano a Londra) egli mette in scena le contraddizioni dell “democratica” città, con uno spirito quasi documentaristico e beffardo. Al vitale caos della dimensione urbana contrappone il mortifero ordine dei club dei milionari, la cui rigidità è coreografata con spirito iperbolico e umoristico. Il tutto a servizio di una sceneggiatura al tema Natura contro Cultura, tra inversione di ruoli, farse e geniali strizzate d’occhio al darwinismo.
Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) è un onesto e ricco direttore della società finanziaria Duke & Duke. Egli è preso di mira dai perfidi fratelli Duke, fondatori della società in cui lavora, per fare da cavia, a sua insaputa, di un “esperimento scientifico”. I Duke usano il proprio potere per provocare la caduta dell’uomo, facendolo licenziare e cacciandolo di casa, con la complicità del maggiordomo Coleman (Denholm Elliott). Al tempo stesso “adottano” il mendicante e truffatore Billy Ray Valentine (Eddie Murphy), a cui danno il lavoro e la villa del povero Winthorpe. Quest’ultimo, però, si rimette in piedi grazie all’assistenza della prostituta dal cuore d’oro Ophelia (Jamie Lee Curtis). E grazie allo stesso Valentine, insieme al quale, svelato il piano dei Duke, deciderà di vendicarsi.
Stasera in tv: Una poltrona per due, tra scambi di ruolo e farse
La scommessa dei fratelli Duke, nasce dall’ossessione di Randolph Duke (Ralph Bellamy) per il darwinismo. Egli è infatti convinto che l’uomo è ciò che è in quanto prodotto delle proprie condizioni ambientali, invece che genetiche. L’orribile e razzista fratello Mortimer (Don Ameche) è invece tradizionalista e crede nel merito dell’individuo. Chi vincerà la scommessa? La sceneggiatura si costruisce su un continuo gioco di echi ed opposizioni tra le situazioni che travolgono i due protagonisti, vittime dello scambio. Quando Valentine è accidentalmente scambiato ladro di Winthorpe e viene arrestato, Winthorpe vuole punirlo senza indulgenza. La stessa identica reazione avrà Valentine, quando in seguito beccherà nel suo ufficio in flagrante un semi-criminalizzato Winthorpe, dotato di droghe e pistola.
Ricchezza e lavoro comportano responsabilità: Valentine organizza una festa e finisce per cacciare tutti, per paura che gli rovinino la casa. Winthorpe, dal canto suo, abbandona la propria rigidità. Non avendo niente da perdere, si apre all’imprevisto, che in questo caso sarà amoroso. L’idea dello scambio di ruolo si accompagna al tema della farsa. Dalle parrucche con cui Ophelia adatta il proprio look secondo i diversi clienti, al travestimento di Winthorpe da Babbo Natale. Fino all’iconica sequenza del treno, occupato da una festa in maschera, ed in cui Winthorpe, Valentine, Coleman ed Ophelia interpretano dei personaggi fittizi per compiere una missione di spionaggio. L’uomo è dunque frutto di una maschera, cioè il ruolo sociale, che gli è stato attribuito dalle condizioni in cui è vissuto.
L’uomo scimmia e il delirio dei seni
E se, quindi, Randolph vince la scommessa, ciò significa che l’uomo è giusto un animale, che si adatta alle condizioni ambientali, lottando per sopravvivere. Winthorpe, all’inizio del film, è imbalsamato in dei modi raffinati e rigidi. Man mano che la connessione con la società è persa, egli cederà alla bestialità: indimenticabile la scena in cui egli si toglie di tasca un salmone affumicato rubato e lo biascica ubriaco nel bus, imogliandosi con la barba finta. Ma ciò è niente in confronto alla bestiale trasformazione che spetterà al cattivissimo spione Beeks. Egli sarà infatti incastrato in un costume di scimmia ed ingabbiato con un vero gorillone in calore. Nella scena in cui due fattorini scambiano le boccacce con questa “coppia” di “animali”, il campo e controcampo della regia suggerisce rispecchiamento e identificazione tra umani e bestie.
Comparazione ripresa nella sequenza finale, in cui la borsa è dipinta in plongée dal cinico occhio di Landis che la mostra come una giungla assassina. Qui gli investitori si ammucchiano strillando e agitando braccia e pugni, come scimmioni. L’animalità dell’uomo e l’idea della nascita, a cui è legata la sua sorte, sono inoltre richiamate dal motivo del seno nudo, presente lungo tutto il film. Dall’iconico petto di Jamie Lee Curtis, mostrato mentre si spoglia o “offerto” in faccia allo spione Beeks per distrarlo, a quello delle donne che ballano mezze nude alla festa di Valentine, passando per il “tragico” addio della fidanzata di Winthorpe “Ma come ha potuto, l’uomo che amo, i cui figli avrei voluto attaccare al mio seno, diventare uno spacciatore di eroina!”.
Stasera in tv: Una poltrona per due, sinfonia di una città
Quando Winthorpe è cacciato dalla banca, si trova per terra e Ophelia gli appare dal basso in uno “schiacciante” ritratto urbano, con i grattacieli sullo sfondo: la ragazza è assimilata alla città-prostituta ed opportunista che ha voltato la faccia al povero protagonista. In seguito, egli sarà costretto a svendere il proprio sofisticatissimo orologio al monte dei pegni, per quattro soldi. Alla speculazione dei broker, fa quindi specchio la speculazione dei piccoli commercianti, in un mondo di lupi, in cui nessuno si salva.
Ruoli, contraddizioni ed attività sono rappresentati nella Filadelfia della splendida sequenza introduttiva, riprendendo la tradizione documentarista del cinema d’avanguardia degli anni ’20,dal russo Dziga Vertov (1929) de L’uomo con la macchina da presa a Berlino – Sinfonia di una grande città, di Walter Ruttman (1927), tra movimento dei trasporti, simbolo del “viaggio” cinematografico, risveglio della città e travolgente inizio delle attività umane. Sulle note di Le nozze di Figaro di Mozart, la sequenza isola i commercianti nel loro lavoro quotidiano, come delle statuette del presepe, mentre sbeffeggia le contraddizioni della città, tra monumenti alla democrazia e gente che vive per strada, rappresentando così iconicamente gioie e iniquità del Natale. Stasera in tv: Una poltrona per due, puntuale e quantomai richiesto dono di Vigilia di Italia 1, 21.30
Sara Livrieri
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