Charles Aznavour nasce a Parigi il 22 maggio 1924 da una famiglia di immigrati armeni sopravvissuti al genocidio operato dai Turchi Ottomani tra il 1915 e il 1916. Una ferita che determinò in Charles il suo sguardo aperto sul mondo. I genitori lo introdussero nel mondo teatrale all’età di nove anni. Scriveva spesso canzoni per Pierre Roche e con lui prese parte nella pièce Un bon petit diable.

Una paralisi in età infantile gli aveva bloccato le corde vocali, nonostante ciò, attraverso il teatro, uno studio da autodidatta della voce e tanta determinazione fece di questo suo difetto, la sua peculiarità. Fu notato da Edith Piaf nel 1946. In un primo momento lo ingaggiò come autista, ma poichè ne intuì le doti sceniche ed interpretative gli propose di accompagnarla in varie tournèe in Francia, Stati Uniti e Canada.

Charles Aznavour e la notorietà negli anni 50

Nel 1950 raggiunge la notorietà con la canzone Sur ma vie e con le sue esibizioni all’Olympia. Nel 1956 ottenne il primo vero successo a Casablanca e nel 1958 firma il primo contratto discografico negli Stati Uniti, The world of Charles Aznavour, per la Reprise Records, etichetta fondata da Frank Sinatra. Il suo modo di cantare fu spesso paragonato a Maurice Chevalier e a Frank Sinatra stesso.

Osservando le sue vecchie performance vediamo un atteggiamento confidenziale, uno sguardo intenso, gestualità delle mani bella, essenziale e sincera che accompagna e valorizza l’esecuzione canora con grande efficacia e drammaticità. I suoi testi raccontano l’amore in tutte le sue forme, anche quelle più scomode e tematiche come l’omosessualità che era un tabù per i tempi e il suicidio.

Gli anni Sessanta

Consolida la sua fama negli anni sessanta con i seguenti successi: Tu t’laisses aller (1960), Il Faut Savoir (1961), La mamma (1963), Et Pourtant, For Me Formidable (1964) e Que c’est triste Venise (1964), La Bohème (1965) Et mois dans mon coin (1966) e Désormais (1969). Era in grado di esibirsi in varie lingue, ossia, francese, italiano e dialetto napoletano, inglese, tedesco, russo, spagnolo e grazie a questa abilità si affermò sulla scena internazionale. Si è infatti esibito al Carnegie Hall a New York e in altri famosi teatri.

Tu t’laisses aller, affronta la vita di una coppia che discute spesso e di una storia sottoposta al logorio del tempo. La Bohème è la storia di un pittore che ha lavorato molto ai suoi quadri, ma ha sempre vissuto in una povertà che rimpiange. Et mois dans mon coin parla del triangolo amoroso in cui il cantante adotta il punto di vista dell’uomo tradito. Quest’ultima canzone è diventata molto famosa in Italia.

Il successo di Charles Aznavour in Italia

Ha duettato con star internazionali come Liza Minelli e Celine Dion e ha lavorato molto in Italia. Gino Paoli incise infatti la versione italiana di Il faut savoir con il titolo Devi sapere. Domenico Modugno inserisce La mamma nel suo album Modugno del 1964. Ornella Vanoni inserì La Boheme nel suo album Ai miei amici cantautori Après l’amour, L’amore è come un giorno, incisa nel 1970 nel suo LP Ah! L’amore l’amore, quante cose fa fare l’amore!).

La Boheme fu anche ripresa nel 1971 da Gigliola Cinquetti e da Gipo Parassino con testo in piemontese dal titolo Porta Pila. Mina nel 1970 incide Ed io tra di voi e la inserisce nell’album Quando tu mi spiavi in cima a un batticuore, ripresa anche da Franco Battiato nel 1999 in Fleurs. Iva Zanicchi ha dedicato un intero album all’artista, Caro Aznavour (1971). Ha collaborato inoltre con Mia Martini ed Enrico Ruggeri (A mia moglie).

Charles Aznavour e i temi scomodi

Nel 1969 Aznavour si ispirò a un fatto di cronaca e scrisse la canzone Mourir d’aimer. Il tema era il suicidio di un’insegnante che aveva avuto una relazione con un allievo. Comme ils disent, brano del 1972 affrontava il tema dell’omosessualità e della solitudine di un giovane che dopo essersi esibito nei locali in abiti femminili, dava assistenza all’anziana madre.

Poichè aveva vissuto una condizione di figlio di immigrati sfuggiti a un genocidio, sentiva fortemente questi temi e aveva la necessità di scuotere il suo pubblico. In un’intervista dichiara infatti:

«Io ho sempre violentato il pubblico, un certo pubblico. Perché se alla gente non si insegna qualcosa resteranno sempre degli asini.” 

“She” e “Sono un istrione”

Le cabotin, (1970) tradotta in italiano con Io sono un istrione è la canzone che maggiormente lo rappresenta e che negli anni 2000 è diventato il cavallo di battaglia di due artisti altrettanti istrionici: Renato Zero che nel 2000 la inserì in Tutti gli zeri del mondo e Massimo Ranieri che la inserì in Canto perchè non so nuotare nel 2006. Si può definire una dichiarazione di poetica di un artista che è stato in grado di armonizzare la sua voce con i segreti della scena, mostrando storie e personaggi.

Tous le visages de l’amour, canzone originale di Herbert Kretzmer fu reinterpretata da Aznavour nel 1974 e divenne ben presto un successo cantato in più lingue: Lei, in italiano, She in inglese, Ella in spagnolo e Sie in tedesco. Si tratta di un omaggio alla donna e all’amore in tutte le sue forme: l’amore per una compagna di vita, per una madre e per una figlia. Laura Pausini la interpretò col titolo Uguale a lei.

L’amore per l’Armenia

Per le versioni italiane delle sue canzoni Aznavour lavorò con Giorgio Calabrese e Sergio Bardotti. Con quest’ultimo e Ninì Giacomelli lavora all’album Momenti sì e momenti no del 1989. Nello stesso anno scrisse il testo di Pour toi Armenie, (musica di Georges Garvarentz) un 45 giri scritto a scopo umanitario per aiutare l’Armenia sconvolta dal terremoto del 1988 e nel quale coinvolse numerosi artisti.

Quando l’Armenia nel 1994 entrò in conflitto con l’Azerbaigian nel Nagorno Karabakh, Aznavour portò generosamente gli aiuti umanitari alle popolazioni. Nel 1997 la Francia gli conferì la Legione d’onore.

Pubblica diversi album: nel 1998 Jazznavour, nel 2007 Forever cool e nel 2011 Toujours. Continua le sue tournèe e si propone di cantare fino all’età di 100 anni. Morì nella sua vasca da bagno a causa di un edema polmonare il 1 ottobre 2018 all’età di 94 anni conservando nel cuore la passione per la scena.

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