Buon compleanno Jim Carrey! Storia di una splendida e divertentissima maschera, che l’attore ha saputo utilizzare nei film e, in seguito ad un percorso spirituale, togliere nella vita reale. Da bambino Jim Carrey andava a dormire indossando scarpe da tip tap, in caso in cui i suoi genitori avessero bisogno di rallegrarsi in piena notte. L’attore canadese deve alla nota difficile infanzia la propria attitudine a cercare di compiacere gli altri, divertirli attraverso quella maschera che, ironicamente, coincide con titolo e tema di uno dei suoi primi successi, The Mask. Un finto volto allegro che sarà propulsore di una carriera comica mozzafiato e di una vita personale confusa, tra crisi identitarie e depressione.

I problemi di Jim Carrey cominciano in giovanissima età, quando i genitori perdono il lavoro e la madre si ammala. Egli è costretto a vivere in un camper ed abbandonare la scuola a sedici anni, pur avendo dei voti eccezionali; ciò gli permette però di concentrarsi sui propri numeri di imitatore comico. Quando aveva 8 anni, infatti, Carrey spendeva le sue giornate provando scimmiottamenti e boccacce allo specchio. Con risultati, secondo lui stesso, completamente soddisfacenti, che lo portarono, in seguito, a scrivere una lettera per farsi ingaggiare in un famoso show comico, affermando di essere un maestro dell’imitazione…alla certo più evoluta età di 10 anni!

Buon compleanno Jim Carrey: da zero a mito, storia di un successo sfolgorante

Un giovanissimo Carrey intraprende la dura vita del palcoscenico, tra successi e flop, che segneranno l’inizio della sua depressione. L’attore ha sempre combattuto con questo stato, con il quale ha convissuto, mantenendo tuttavia, agli occhi degli altri, la solita maschera di comicità ed allegria. E che maschera! Nel 1994, le commedie Ace Ventura -L’acchiappanimali (Thomas Shadyac) e Scemo & più scemo (Peter Farrelly) conquistano il pubblico, lanciando la carriera del loro protagonista, che, per il successivo Il rompiscatole (Ben Stiller) riceverà una paga di 20 milioni di dollari, la più alta della storia, fino ad allora (l’attuale record va a Will Smith, che ha ricevuto 100 milioni di dollari per Men in Black 3). Jim Carrey dimostra un talento mimico e comico stupefacente. Infatti, nel duro contesto hollywoodiano, lungi dall’essere un attore “marionetta”, egli è invece considerato da autori e produttori talmente fenomenale, da essere rispettato nella sua liberta creativa.

A lui si lascia un grande potere artistico sulla realizzazione dei film, a partire dalla creazione e composizione dei ruoli, passando dalle scelte di cast e registi. E se in Ace Ventura l’attore “rappresenta la distruzione dell’uomo egoriferito, con le sembianze di un pappagallo, di cui (ho) ha ricreato movimenti e look, a partire dalla capigliatura”, in Scemo & più scemo egli si è famosamente battuto per avere Jeff Daniels come partner, ritenendo che un attore di professione e non un comico, fosse più idoneo a fargli da spalla. Carrey ha infine respinto un giovane Spike Jonze, per la regia di Ace Ventura: Missione Africa; scelta di cui, in seguito, si pentirà, stringendo un legame di stima ed amicizia con lo straordinario regista.  

Dipinto realizzato da Jim Carrey- Photo Credits: medium.com
Dipinto realizzato da Jim Carrey- Photo Credits: medium.com

Sbarazzarsi della maschera

Sarà proprio l’amico Jonze ad aiutare Jim Carrey a disfarsi della maschera di intrattenitore, producendo il documentario Jim e Andy, in cui l’attore è ritratto durante il difficile periodo di interpretazione del comico Andy Kaufman, per il pluripremiato Man on the Moon di Miloš Forman. Ruolo in cui egli si è completamente annullato, simulando di essere Kaufman e dimenticando sé stesso. Periodo di transizione o catarsi, che ha aiutato Carrey a raggiungere un nuovo equilibrio personale. L’attore ha fatto piazza pulita del suo vecchio “ruolo” ed ha quindi ritrovato un’identità nuova e genuina, capace di accettarsi, nel bene e nel male. “Jim Carrey è stato un grande personaggio e sono stato fortunato ad ottenerne la parte”, afferma scherzoso l’artista, a tal proposito.

La carriera di Jim Carrey si è tuttavia prevalentemente sviluppata durante tale conflitto interiore tra depressione e dovere di intrattenimento; essa si è anche nutrita di tale stato di rottura, riversatosi in ruoli drammatici e complessi. Michel Gondry ha dichiarato essersi servito proprio del carattere emotivamente spezzato dell’attore per il film Se mi lasci ti cancello. La parte del protagonista Joel è del resto definita dallo stesso Carrey come “sé stesso, senza la modalità on” e gli ha regalato i maggiori riconoscimenti della critica, insieme a Man on the Moon e The Truman Show (Peter Weir). Ricorrenti i ruoli da “loser”, sfigato ed emarginato, o semplicemente sottomesso alla società, che gli sono attribuiti in entrambi i registri, drammatico e comico. E nei quali ritorna il motivo della maschera, il sorriso in ufficio o al vicino che permette di rassicurare gli altri e sé stessi che tutto va bene.

Spiritualità e pittura

L’attore ha lottato per decenni contro la depressione e ne è uscito attraverso la meditazione spirituale e l’arte. “Tutto il dolore diventa arte. Questa è la regola “, ha affermato Carrey, il quale negli ultimi anni si è intensamente dedicato a pittura e scultura, con magnifici risultati. L’artista è particolarmente prolifico; se la sua casa è talmente piena di opere da sembrare un museo, il suo lavoro è inoltre esposto in gallerie. I suoi quadri sono brillanti e pieni di colori, con temi che vanno dall’illuminazione spirituale alla politica.

L’odiato presidente Donald Trump è uno dei soggetti più ricorrenti del pittore Carrey, che lo sbeffeggia e castiga in rappresentazioni satiriche. Recentemente egli ha dichiarato voler porre fine alla parte “politica” della sua arte, spiegando di aver voluto solo incoraggiare le persone a diventare buoni cittadini ed essersi invece ritrovato incastrato in eterne polemiche. E forse si potrebbe aggiungere che i social attribuiscono grossolane maschere che non ci corrispondono…Saggia decisione! Buon compleanno, Jim Carrey!

Sara Livrieri

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