I prefetti di molte città sono pronti a emanare provvedimenti per proibire le manifestazioni No Green Pass nei centri storici e nelle strade dello shopping natalizio. Gli organizzatori delle manifestazioni annunciano delle reazioni in piazza.

Manifestazioni No Green Pass: quali sono le piazze vietate ai cortei

A Milano non si può manifestare in Piazza Fontana, in Piazza Duomo e di Brera, a Roma a Piazza del Popolo, a Firenze in Piazza Santa Croce e Santa Maria Novella. A Napoli sarà vietato il lungomare, Piazza Dante e Piazza del Plebiscito. Il prefetto di Trieste ha vietato le manifestazioni in Piazza Unità d’Italia e in gran parte del centro. Vietate le manifestazioni anche in Piazza Maggiore a Bologna, Piazza del Ferrarese a Bari e Piazza Sant’Oronzo a Lecce, Piazza Garibaldi a Cagliari e Piazza Verdi a Palermo. La chiusura dei luoghi per le manifestazioni pubbliche è stato raccomandato nei giorni scorsi dal Viminale. I cortei e i sit-in saranno spostati in altre zone, valutate volta per volta, per evitare blocchi della circolazione e impennata di contagi.

Si è ancora in attesa di una circolare del Ministero dell’Interno, ma i prefetti, in accordo con i sindaci, hanno già cominciato a pianificare i provvedimenti. Si cerca di venire in contro alle esigenze e alle richieste dei commercianti. “In una fase ancora difficile della pandemia, è più che mai necessario che prevalga la responsabilità e la ragionevolezza da parte di tutti.” Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli si dice soddisfatto dalla decisione del Viminale “di riportare nel perimetro della legalità le proteste contro il green pass. Manifestare per le proprie idee è giusto e doveroso ma nel rispetto dei diritti e della libertà di tutti. Diritto e libertà di vivere la propria città, e delle imprese di poter lavorare. In particolare quelle del commercio, dei servizi e del turismo che più di tutte hanno pagato un prezzo durissimo alla crisi sanitaria”.

L’esempio di Trieste e le possibili mobilitazioni dei manifestanti

I prefetti hanno come esempio le linee guida tracciate dal prefetto di Trieste Valerio Valenti i primi di novembre. L’ordinanza vieta fino al prossimo 31 dicembre le manifestazioni pubbliche in tutto il centro. Un’ordinanza simile potrebbe essere adottata da altri prefetti in tutto il territorio nazionale. La scelta di vietare i cortei nasce dalla preoccupazione per quanto accade in tutt’Italia, con manifestazioni culminate in scontri con la Polizia. È quanto successo a Milano in 16 settimane consecutive di manifestazioni itineranti, finite per bloccare la circolazione, e la stessa situazione si è ripetuta a Genova e Firenze. A Roma il discorso blocco cortei e sit-in rimane interlocutorio con la possibilità del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di spostare iniziative di protesta fuori dal centro.

Nelle prossime ore i prefetti prenderanno delle decisioni. I punti chiavi di un’eventuale circolare sono legate al divieto di manifestare nelle vicinanze di obiettivi sensibile e sedi istituzionali. Inoltre si parla di vietare cortei nei centri storici, nelle zone dedicate allo shopping, soprattutto nel periodo natalizio. Per evitare di congestionare la circolazione stradale in determinate ore della giornata sarà vietato manifestare. Non si tratta dunque di un divieto di protestare, ma di un provvedimento che cerca di creare meno disagi possibile alla cittadinanza e a chi lavora.

La Capitale ha numerose altre location in cui poter protestare, ma non è così per tutte le città. I sindaci di Verona e di Padova con un’ordinanza hanno imposto l’obbligo delle protezioni per i partecipanti ai sit-in. A Trento di valuta la possibilità di non concedere più Piazza Dante per le proteste dei No Green Pass. Lo stesso succede per Piazza Vittoria a Genova, dove le associazioni come Libera Piazza Genova hanno annunciato mobilitazioni in caso di divieto di manifestazione. Una presa di posizione condivisa dai gruppi di Milano e Trieste, mentre a Torino sono disponibile ad accettare altre location.

Seguici anche su Facebook e Instagram