Gary Oldman: l’attore british per eccellenza

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Di Redazione Metropolitan

Compie 64 anni proprio in questo giorno, ha fascino da vendere e bravura a non finire: ovviamente parlo di Gary Oldman, l’attore che incarna per eccellenza il fascino british e il carisma tipicamente inglese.

Poliedrico e trasformista, Oldman ha interpretato nell’arco della sua lunga carriera una miriade di ruoli differenti, passando dal poliziotto dei fumetti James Gordon all’ex prigioniero di Azkaban Sirius Black, dal passionale reverendo Arthur Dimmesdale al Primo Ministro del Regno Unito Winston Churchill. E oggi, in onore della sua nascita, ripercorriamo la carriera di uno degli attori più bravi ed iconici di sempre.

Gary Oldman: dall’oblio alla fama

Nato nella fumosa Londra, Gary cresce, dopo l’abbandono precoce da parte del padre, insieme alla madre e alle due sorelle maggiori. Nonostante abbia, sin da piccolo, un amore così forte per la musica da portarlo a voler imparare da autodidatta a suonare il piano, il giovane Oldman alla fine decide di intraprendere a pieno la carriera da attore. Lascia la scuola ancor prima di completare gli studi, lavora in un negozio sportivo e, nel tempo libero che ha a disposizione, si dedica completamente al teatro, alla musica e alla letteratura classica. Entrato nella Rose Bruford School of Speech and Drama e diplomatosi nel 1979, l’attore comincia ad immergersi nel mondo teatrale ed a venire finalmente ingaggiato per piccoli ruoli in varie produzioni.

Dopo essere stato ammesso nelle compagnie di prestigio della Royal Shakespeare Company e della Royal Court Theatre, l’attore ottiene il suo primo ruolo cinematografico di rilievo nella pellicola “Sid & Nancy” e, lentamente, si fa strada divenendo uno dei nuovi volti del cinema britannico. A distanza di pochi anni, Oldman è ingaggiato insieme a Tim Roth nel film Rosencrantz e Guildenstern sono morti, il quale si aggiudica il Leone d’oro come miglior film alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 1990.
Raggiunta una certa fama e dimostrata la sua capacità camaleontica ai registi, Gary Oldman ottiene il successo tanto agognato soltanto con l’interpretazione di uno dei cattivi migliori della storia: infatti, grazie al regista Francis Ford Coppola, interpreta alla perfezione il conte Dracula nell’omonimo film tratto dal romanzo di Bram Stoker.

I ruoli sempre differenti il trasformismo di Oldman

Dopo l’enorme successo ottenuto con “Dracula”, l’attore britannico continua ad essere chiamato ad interpretare protagonisti sempre diversi e complessi. Non solo, nel 1994, interpreta Ludwing van Beethoven in “Amata immortale”, ma riesce a calarsi in maniera sublime persino nel ruolo del reverendo Arthur Dimmesdale ne “La lettera scarlatta”, rielaborazione del classico di Nathaniel Hawthorne. Successivamente, gli anni novanta vedono una continua ascesa da parte dell’interprete, ma solo dal 2000 in poi vengono portati alla luce i ruoli più iconici che Oldman sia riuscito a rappresentare fino ad oggi sul grande schermo. In quello stesso anno, difatti, ottiene un ruolo nel film di Ridley Scott “Hannibal”, dove interpreta l’unica vittima sopravvissuta del dottor Hannibal Lecter, e nel 2005 viene chiamato dallo straordinario Christopher Nolan per la parte di James Gordon nella trilogia su Batman.

Ma il ruolo più importante di questo periodo è proprio quello di Sirius Black, padrino di Harry Potter nella saga tratta dai libri di J. K. Rowling. Parte di grande spicco nella storia, figura paterna e di enorme impatto emotivo per gli spettatori, il personaggio di Sirius, nonostante la sua presenza sia limitata a soli tre film, è divenuto iconico per i fans della saga e ha aggiunto ancora più fama a quella già ottenuta dall’interprete inglese. Infine, nel 2006, Oldman recita in ben tre differenti parti in motion capture in “A Christmas Carol”, la novella di Charles Dickens riportata sul grande schermo con enorme successo dalla Disney.

Gary Oldman e la sua carriera da Oscar

Nel 2011 Oldman raggiunge l’apice del successo e ottiene la sua prima nomination agli Oscar con “La talpa”, film nel quale interpreta l’agente dell’MI6 George Smiley, protagonista di diversi romanzi di John le Carré. E’ proprio questo ruolo che gli dona il grande apprezzamento da parte della critica e del pubblico internazionale fino ad essere globalmente considerato uno degli attori migliori nel panorama cinematografico. Eppure, è solo nel 2017, grazie a “L’ora più buia”, ritratto forte ed intimo dell’ex Primo Ministro Winston Churchill, che Gary Oldman ottiene la candidatura e vince l’Oscar nella categoria “Migliore attore protagonista”. Questa interpretazione è tutt’oggi considerata una delle migliori non solo della sua carriera, ma anche di tutto il cinema degli ultimi anni grazie al trasformismo impressionante e al cambiamento incredibile della fisionomia dell’interprete.

Capace di cambiare pelle a suo piacimento, Gary Oldman riesce a sorprendere da sempre il suo pubblico e a stupire la critica con i diversissimi ma stupendi ruoli, e nel giorno speciale del suo compleanno, gli auguriamo che possa continuare a stupirci ancora per tanto, tantissimo tempo.

Monica Blesi.
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